Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Boscolo, sei mesi per un socio Le banche ci sostengano ancora»
Il presidente: «Tre opzioni sul tavolo. La vendita dei crediti non è la soluzione»
VENEZIA Boscolo Hotels in cerca di un socio, anche di maggioranza. Sempre che le banche siano disposte a restare ancora a fianco della società turistica veneta, evitando la soluzione alternativa che si profila di vendere un blocco consistente di 240 milioni di euro di crediti, sfilandosi dal rilancio. Il bivio è delicato. Ne è ben cosciente Giorgio Boscolo, presidente della società turistica, appena rientrato dagli Usa. Viaggio per esplorare la nuova via tracciata con Mediobanca per la società, che ha chiuso il 2015 con 185 milioni di euro di ricavi: la ricerca di un partner, che entrerebbe con un aumento di capitale da 80 milioni. Cifra che corrisponde alla tranche di debito da restituire alle banche dopo il 30 giugno.
«Ci sono due o tre opzioni molto serie, una in Italia, le altre negli Usa - sostiene il presidente -. Se si lavora con serietà nell’interesse di tutti credo si possa chiudere nel giro di quattro-sei mesi». In un piano che andrebbe poi completato con le ultime due vendite alberghiere, il Bellini di Venezia e il Park di Nizza, da anni sul tavolo, per alleggerire i debiti.
La svolta intorno alla ricerca di un partner spazza via le altre ipotesi affacciatesi negli ultimi sei mesi per chiudere il risanamento: le offerte arrivate dalla catena Starwood e dal fondo Blackstone, in parallelo a un interessamento di Cassa depositi e prestiti anch’esso dato per tramontato a inizio mese, per rilevare sia tutta la società che solo il patrimonio immobiliare, lasciando la gestione alla famiglia per un certo numero di anni. Che resterebbe ora invece alle redini. «Vogliamo rafforzare la società, aprendo il capitale e orientandel dola verso una public company - sostiene Giorgio -. La società la consideriamo risanata: ha prodotto un margine operativo lordo di 32 milioni lo scorso anno, che dovrebbe salire a 35-36 nel 2016. Ci piacerebbe che il 2017 partisse già impostato». Ma si tratta per un ingresso in maggioranza o minoranza? «Dipende da come si possono mettere le cose - è la replica -. Per noi non è fondamentale».
Il punto è che la trattativa deve fare i conti con il fondo americano Värde Partners, che ha presentato un’offerta di 210 milioni alle banche creditrici per rilevarne un blocco di 240 degli oltre 300 di debito complessivo. Via d’uscita allettante, che vedrebbe in prima linea soprattutto Unicredit, e interessati Mps e Banco Popolare, che secondo alcune voci avrebbe addirittura già deliberato la vendita.
A spingere le banche su questa strada potrebbe essere il ritardo sul piano di risanamento, dopo le tempestose uscite di scena lo scorso anno prima di Luciano Fausti, il manager che aveva impostato il piano basato sulle cessioni degli hotel e la concentrazione gruppo sui cinque stelle, e poi del presidente Tommaso Pompei, risolta con l’arrivo dell’ex amministratore delegato di Costa Crociere, Pier Luigi Foschi. E poi c’è anche il ribaltone alla guida di maggio, con Rossano, Romano e Giorgio che estromettono Angelo, ma che devono fronteggiare un ricorso di quest’ultimo al tribunale di Venezia, che ha aperto un lodo arbitrale.
Se passasse la vendita dei crediti, lo scenario cambierebbe radicalmente. Non solo rendendo impossibile l’ingresso di un socio, ma anche mettendo di fronte a Boscolo un interlocutore probabilmente più ruvido, che potrebbe usare il credito per arrivare al controllo. «Credo sia una strada che non è nell’interesse di nessuno, nemmeno delle banche, che dovrebbero rinunciare al 10% dei loro crediti - sostiene Giorgio -. Le banche ci hanno sostenuto nella ristrutturazione, di questo dobbiamo ringraziarle. Sono stati fatti errori, ma il riassetto è fatto e questa azienda produce 35 milioni di margine operativo lordo, di fronte a un target di 27 ed è pronta ad aprire il capitale, dando serenità alle banche, intorno a un progetto di sviluppo, dopo aver rispettato gli impegni». Resta da capire quanto possano incidere sul percorso le divisioni in famiglia. «Con Angelo siamo d’accordo. Ci sono le classiche discussioni ma siamo a posto», sostiene Giorgio. Le prossime settimane saranno decisive per vedere che via prenderà la vicenda.
Giorgio Boscolo Il riassetto è fatto: puntiamo a un piano di sviluppo