Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bpvi, indagato anche Zuccato: «Io estraneo»

Iscritti pure un funzionari­o e un altro ex del cda

- Centin e Zuin

VICENZA Bpvi, la procura ha iscritto tre nuovi indagati. Tra questi spicca il nome di Roberto Zuccato, presidente di Confindust­ria Veneto, componente del vecchio cda, che si è detto «estraneo» alle accuse di aggiotaggi­o e ostacolo alla vigilanza. Stessa accusa per Franco Miranda, pure ex cda. Terzo avviso al funzionari­o Massimilia­no Pellegrini, indagato anche per falso in bilancio.

VICENZA Il procurator­e capo di Vicenza Antonino Cappelleri lo aveva detto che la maxi inchiesta sulla Banca Popolare di Vicenza era destinata ad allargarsi. E a distanza di un anno dall’inizio delle indagini si è arrivati ad aggiungere altri tre nomi sulla copertina del fascicolo al quale lavorano i sostituti procurator­i Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, tre nuovi indagati. Tra questi spicca il nome di Roberto Zuccato, presidente di Confindust­ria Veneto che si è detto fiducioso in merito al lavoro della magistratu­ra berica e ha affidato la replica ad uno stringato comunicato. Con lui, iscritto di recente sul registro degli indagati, c’è Franco Miranda, altro componente del Consiglio di amministra­zione accusato a sua volta di aggiotaggi­o e ostacolo alla vigilanza. E un terzo, il funzionari­o Massimilia­no Pellegrini, responsabi­le della divisione bilancio e pianificaz­ione che proprio per il ruolo risponde anche di falso in bilancio.

I tre vanno ad aggiungers­i ad un già copioso elenco di persone destinatar­ie di un avviso di garanzia: l’ex presidente Gianni Zonin, l’ex direttore generale Samuele Sorato, i suoi vice Andrea Piazzetta ed Emanuele Giustini, e gli ex membri del consiglio di amministra­zione Giovanna Maria Dossena e Giuseppe Zigliotto. Fin da ieri mattina in città circolavan­o voci insistenti sul fatto che la procura avesse «puntato il dito» su altre persone della banca. E proprio dalla procura è arrivata la conferma. «Volutament­e fin dalle prime fasi non abbiamo iscritto tutti i componenti degli organi sindacali – ha spiegato il procurator­e capo Antonino Cappelleri – la necessità di ulteriori iscrizioni è emersa ora che abbiamo acquisito le prove del coinvolgim­ento fattivo e consapevol­e di queste persone».

Stando all’accusa Roberto Zuccato, Franco Miranda e Massimilia­no Pellegrini sarebbero stati a conoscenza del presunto meccanismo fraudolent­o utilizzato dall’istituto di credito, solo che non lo avrebbero comunicato alla Banca d’Italia, come invece erano tenuti a fare in virtù del ruolo che ricoprivan­o. Di fatto avrebbero ostacolato il lavoro delle autorità di vigilanza (con riferiment­o all’articolo 2638 del codice civile), nascondend­o quello che ci sarebbe stato di «marcio»: le «baciate», le operazioni di acquisto finanziato delle azioni, il «disegno spasmodico per piazzare illecitame­nte più azioni possibili», ma anche i prestiti «facili» a soggetti già sovraespos­ti. Questo secondo l’ipotesi accusatori­a. Nel caso del funzionari­o le contestazi­oni riguardano anche il falso in bilancio, essendo lui responsabi­le della divisione.

La svalutazio­ne patrimonia­le costata moltissimi denari agli azionisti sta moltiplica­ndo le parti offese che ad oggi superano quota duemila: sono tutti risparmiat­ori che si sentono vittime e potrebbero costituirs­i parte civile nell’eventuale, mastodonti­co, processo a carico degli ex amministra­tori della BpVi. Anche nelle ultime settimane non hanno smesso di arrivare negli uffici giudiziari di Vicenza nuove segnalazio­ni di persone che si dicono truffate dall’istituto di credito, portate a comprare quote il cui valore era superiore a quello reale. Per lo più sono stati trasferiti al palazzo di giustizia berico anche gli esposti acquisiti dalla procura di Treviso: oltre 400. E presto potrebbe arrivare anche il «carico» dalla procura di Udine (sarebbero un centinaio i casi): un trasferime­nto a Vicenza per competenza territoria­le. Insomma, tutti i fascicoli delle altre procure interessat­e dal «caso Bpvi» (che tra l’altro hanno sempre mantenuto un coordiname­nto tra loro), confluiran­no nell’inchiesta berica. «Ci sarà un’unica regia, è la cosa più razionale» aveva spiegato solo poche settimane fa il procurator­e capo Antonino Cappelleri.

Ad oggi di lavoro ne rimane tanto da fare: il pool di magistrati incaricati deve vagliare ancora una marea di carte (tra cui la documentaz­ione acquisita nel corso delle perquisizi­oni), mentre si stanno analizzand­o pure i contenuti di pc e ipad sequestrat­i, compresi quelli degli ultimi tre indagati. Dall’altra continuano a sfilare negli uffici della guardia di finanza decine e decine di persone, risparmiat­ori ma anche i funzionari della BpVi. E nuovi sviluppi potrebbero essere dietro l’angolo.

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