Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Quegli intrecci tra banca e mondo delle imprese Zuccato: «Io estraneo»
Coinvolti leader industriali e l’ex presidente degli artigiani
VICENZA L’inchiesta della Procura vicentina sulla distruzione di valore operata dai passati vertici della Bpvi, si sta rivelando un autentico campo minato per la classe imprenditoriale della provincia berica, i cui rappresentanti hanno spesso frequentato le stanze dei bottoni della ex Popolare. Dopo quello di Giuseppe Zigliotto, industriale e penultimo presidente dell’associazione territoriale di categoria, ora si trovano iscritti nel registro degli indagati anche i nomi di Roberto Zuccato, numero uno della Confindustria regionale (in precedenza, per due mandati presidente di quella vicentina), nonché di Franco Miranda, artigiano nel settore termoidraulico e, in un passato un po’ più lontano (dal 1992 al 1999), capo della potente Confartigianato locale. Tutti e tre sedevano nel vecchio consiglio di amministrazione della banca, quando a reggerne le sorti era, incontrastato, il presidente Gianni Zonin.
Non c’è dubbio che il nome più in vista sia quello di Zuccato, anche e soprattutto per il suo ruolo di guida e rappresentanza degli industriali della regione. «Ignoro i motivi del mio coinvolgimento», è stata la prima reazione di Zuccato, affidata a una stringata nota scritta. «Nei giorni scorsi - ha aggiunto- tramite la notifica di un avviso di garanzia, ho appreso di essere indagato per concorso in aggiotaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, nel procedimento che riguarda la Banca popolare di Vicenza. Sono certo di poter dimostrare la mia completa estraneità, avendo sempre ricoperto il mio ruolo con correttezza e trasparenza e sono a disposizione della Procura per chiarire la mia posizione».
C’è da dire che persino nel paludatissimo mondo confindustriale, l’intreccio di cariche e di interessi con la banca territoriale per eccellenza ha prodotto scossoni e pubbliche prese di posizione, come assai di rado si era visto in precedenza. Sarà anche stato il clima elettorale ad aggiungere ulteriore pepe alla vicenda, ma quando, a marzo di quest’anno, si è trattato di scegliere il successore di Zigliotto alla presidenza di Confindustria Vicenza, tre noti esponenti del mondo industriale berico hanno indirizzato una lettera molto dura ai vertici nazionali dell’associazione. Senza troppi giri di parole, nella missiva i firmatari Alberto Zamperla, Flavio Gaianigo e Francesco Bernardi, reclamavano «una seria e urgente riflessione» sulla vicenda della Popolare e si spingevano a chiedere «un passo indietro, rassegnando le dimissioni dagli incarichi confindustriali», da parte di chi aveva ricoperto ruoli in banca. E cioè, indicati espressamente nella lettera, il già citato Zigliotto, il vice Alberto Luca, il tesoriere Luciano Vescovi (che poi è stato eletto presidente) e naturalmente il leader regionale Zuccato. Al quale va riconosciuto di essere successivamente intervenuto sul delicatissimo tema del rapporto fra classe imprenditoriale e mondo del credito, con una presa di posizione, datata maggio di quest’anno, che ha riconosciuto anche le responsabilità del «sistema veneto». Scriveva allora il numero uno di Confindustria: «Il rischio che le vicende bancarie, a tratti drammatiche, portino ad un reale impoverimento di aziende e famiglie, è reale. È cosa che toglie il sonno, perché un’azienda che chiude, una famiglia che perde i propri risparmi è sempre una sconfitta per tutta la società... Per questo dobbiamo prendere atto che è giunto il momento di voltare pagina e riconoscere onestamente gli errori compiuti».
La pagina, nel frattempo, è stata voltata, anzi ribaltata, anche e soprattutto nel Cda della banca vicentina.Oggi comandano gli uomini indicati da Atlante e di consiglieri vicentini, imprenditori e no, non c’è più manco l’ombra.