Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’incredulità dei fedelissimi «Duro colpo, ma se è così ora affronti le conseguenze»
ABANO TERME (PADOVA) «Siamo profondamente dispiaciuti, è stato un duro colpo anche per noi». È ancora incredulo Massimo Barcaro, ex consigliere comunale di Abano Terme e fedelissimo dell’ex sindaco Luca Claudio. La notizia che quello che era il suo leader politico abbia ammesso, davanti agli inquirenti, di aver ricevuto tangenti, seppure in tre sole gare d’appalto (mentre si è detto innocente per tutti gli altri episodi a lui contestati), lo ha sconvolto. «Per me Claudio era una brava persona, non ho mai avuto nulla da ridire — racconta —. Io, come tutti noi del suo gruppo, credevo in lui, lo reputavo un ottimo amministratore e non avevo dubbi nel sostenere che fosse innocente. Siamo tutti caduti dalle nuvole quando abbiamo saputo del suo interrogatorio e di quanto ammesso».
Barcaro fino ad ora si è sempre detto sicuro che Claudio sarebbe uscito pulito dall’inchiesta e che sarebbe tornato presto al suo ruolo in municipio. Ora, però, deve fare i conti con la realtà. «A questo punto siamo di fronte a una svolta, nell’inchiesta ma anche per noi. Se Claudio ha davvero fatto quanto da lui confessato, verrà giudicato. Non possiamo far altro che sperare che per il resto abbia detto la verità e che davvero sia estraneo agli altri fatti contestati. Quello che è certo è che le accuse a lui rivolte sono ricadute anche sui noi altri amministratori. Siamo stati attaccati anche noi, ci hanno chiamati corrotti, siamo stati etichettati come disonesti. Ma volevamo solo portare la nostra esperienza politica a vantaggio della città. Non potevamo certo sapere che sarebbe andata a finire cosi — conclude quasi sussurrando — e ci dispiace molto. Ora Claudio dovrà affrontare le conseguenze di quanto fatto».
Su quest’ultimo punto è d’accordo anche la principale sfidante di Luca Claudio nelle ultime elezioni, Monica Lazzaretto, candidata per il centrosinistra. «Ora la storia di Claudio — dice — deve essere separata da quella di Abano. Lui dovrà pensare a difendersi, mentre la città deve solo voltare pagina e andare avanti. Stiamo ancora raccogliendo la sua eredità, visto che ci ha condannati al commissariamento, con tutto quello che questa situazione comporta, ma ora basta. L’importante, per Abano, non è seguire le vicende di Claudio, ma non perdere le risorse a sua disposizione». E questo, sottolinea Lazzaretto, lo si può fare solo ripristinando la legalità e la trasparenza, a lungo negata nel municipio. «Nessuno aveva la possibilità di accedere agli atti riguardanti le gare pubbliche — continua — e abbiamo visto questo dove ci ha portato. Tutto questo deve cambiare e l’adesione del commissario prefettizio Pasquale Aversa al “Protocollo della legalità” è solo un primo passo in questa direzione. L’anno che abbiamo davanti sarà fondamentale per ripulire il sistema amministrativo di Abano e per ricominciare, davvero, da zero».
Una tesi, questa, fatta propria anche da Alessandro Naccarato, deputato del Pd e componente della commissione d’inchiesta su mafia e criminalità. «Sul piano giudiziario la magistratura continuerà a fare il suo lavoro, portando avanti questa inchiesta così complessa e, sembra, inattaccabile. Sul piano amministrativo, però, Abano deve azzerare la sua storia più recente e ripartire da capo. Ne va della sua salvezza — conclude — ma anche del suo buon nome».
Barcaro Siamo tutti caduti dalle nuvole quando l’abbiamo saputo Lazzaretto Ora la storia di Claudio deve essere separata da quella di Abano