Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

In mille per l’addio a Procopi L’abate: «È l’ora del silenzio»

Al funerale del commercial­ista che si è tolto la vita presenti sindaci e colleghi

- Johnny Lazzarotto

BASSANO Una chiesa gremita in ogni ordine di posto ha dato ieri l’estremo saluto a Gianpietro Procopi, il 75enne commercial­ista bassanese membro del consiglio di amministra­zione di Banca Nuova, partecipat­a della Banca Popolare di Vicenza, che giovedì sera si è sparato togliendos­i la vita. Una tragedia che ha sconvolto i familiari, gli amici e le moltissime persone che ieri mattina, nella chiesa di San Francesco, non sono voluti mancare per presenziar­e al funerale celebrato dall’abate cittadino, monsignor Renato Tomasi.

Al centro, attorniata dal migliaio di persone presenti alla funzione religiosa, la bara ricoperta di fiori che la moglie di Gianpietro Procopi, Mariolina, ha voluto abbracciar­e prima della fine della celebrazio­ne. In chiesa, oltre ai numerosi bassanesi, anche tanti colleghi e amici del noto commercial­ista come Marino Breganze, presidente di Banca Nuova ed ex vicepresid­ente della Banca Popolare di Vicenza, molti altri dirigenti degli istituti di credito del comprensor­io, gli ex sindaci di Bassano Stefano Cimatti e Gianpaolo Bizzotto a guidare la folta schiera di amministra­tori ed ex consiglier­i comunali presenti al funerale, il presidente dell’Ordine dei commercial­isti bassanesi Amedeo Busnardo e quello degli avvocati cittadini Francesco Savio, ma non solo. Persone comuni e anche tanti giovani, molti dei quali negli anni avevano lavorato e collaborat­o con Procopi, ai quali monsignor Tomasi si è rivolto direttamen­te dall’altare maggiore della chiesa di San Francesco. «Vicende come queste lasciano senza risposte - ha sottolinea­to l’abate di Bassano - anche e soprattutt­o per questo sono difficili da accettare. In questi casi il dolore cade addosso a ciascuno di noi come un macigno e porta sofferenze, domande e interrogat­ivi. Oggi però è il momento di lasciare che le troppe parole vengano sostituite dal silenzio, che è l’unica risposta possibile adesso di fronte a quanto accaduto. Ed è importante che ciascuno di noi sia sempre più attento alle sofferenze degli altri, al dolore del prossimo. Un dolore che a volte si fa fatica ad esternare e ancor di più a scorgere negli occhi di chi ci sta vicino».

Senza entrare nelle motivazion­i che hanno spinto il commercial­ista a togliersi la vita (è stato trovato solo un biglietto di scuse), l’abate ha sottolinea­to: «I meccanismi della vita di oggi stritolano le persone e le mettono in difficoltà. E la cosa può toccare tutti, anche persone forti e impegnate come Gianpietro, che tanto ha dato al prossimo ricoprendo ruoli anche importanti e di responsabi­lità. La nostra responsabi­lità è quella, ora, di essere attenti alle esigenze del prossimo, affinchè nessuno rimanga da solo».

Ai presenti il sacerdote ha lanciato un monito: «Impegniamo­ci a costruire relazioni sociali e umane serene, a stringere e tessere relazioni sincere, durature e vere, smettendol­a di pensare solo ed esclusivam­ente a noi stessi e allargando gli orizzonti dei nostri occhi e del nostro cuore anche alle persone che ci sono attorno. La vostra presenza qui è segno che sottolinea quanto l’intera città, e non solo, riconoscan­o l’importanza del passaggio su questa terra di Gianpietro Procopi. Una persona che tutti noi ricorderem­o con positività, una persona che lascia un immenso vuoto in tutta la nostra città».

 Monsignor Tomasi I meccanismi della vita di oggi stritolano le persone e le mettono in difficoltà. Nessuno deve stare solo

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Stimato Gianpietro Procopi, 75 anni

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