Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

A Belluno il raduno In 300 dal mondo

- Andrea Zucco

Inonni che partirono con la valigia di cartone e i nipoti che si fanno strada nel mondo con la ventiquatt­r’ore: generazion­i di emigranti a confronto all’ottava «Giornata dei veneti nel mondo», svoltasi domenica a Belluno. Già dal mattino, circa 300 espatriati di ogni età hanno sfilato per le vie del centro, per poi radunarsi nella chiesa di Santo Stefano per la messa celebrata dal vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni. Delegazion­i da tutti i continenti, che oggi parlano con accenti diversi: c’è chi ha vissuto tutta la vita in Brasile nelle aree bonificate dai primi emigranti, chi ha cresciuto i figli in Svizzera grazie al salario dei grandi cantieri, chi ha trovato un posto di lavoro in Argentina ma non ha mai dimenticat­o l’Italia. Tutti, per nascita o per parentela, veneti. C’è anche chi da sempre si divide tra due Paesi, come il 26 enne Matteo Pra Mio: «Sono nato in Germania da genitori zoldani, mio padre aveva una gelateria a Bochum – spiega con un lieve accento tedesco – Ho frequentat­o l’università a Bolzano, ora lavoro in uno studio di design e animazione a Berlino». La festa di domenica si è conclusa con un concerto in piazza dei Martiri, prima del quale sono stati proiettati i video messaggi di alcuni giovani espatriati, che lavorano nel campo della ricerca sul Parkinson, dello sviluppo dell’intelligen­za artificial­e o dell’ingegneria idraulica.

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