Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
In coda per donare cibo «Troppo, ora solo fondi»
Si moltiplicano le raccolte di denaro: dalla Biennale all’Orto Botanico dagli alberghi alle imprese per finire ai dipendenti delle Province
Veneti in coda per donare cibo e beni. Troppi, la Croce Rossa dice stop: ora servono solo fondi. E si moltiplicano le raccolte.
L’immagine più bella è quella dei volti puliti e sorridenti di Lidia Aelenei e di suo fratello Paul. Fermano l’auto davanti alla sede della Croce Rossa di Padova e scaricano un intero bagagliaio di bottiglie d’acqua, cibo in scatola, sughi, riso, sapone per le mani, bagnoschiuma. C’è davvero di tutto in quelle borse di plastica che consegnano agli operatori.
Lidia è disoccupata, suo fratello si arrangia come autista. E sono arrivati in Italia 14 anni fa, con mamma e papà che speravano di offrire loro un futuro più dignitoso di quello che avrebbero avuto crescendo in Romania. «A quel tempo la mia famiglia è fuggita dalle difficoltà che trovava in patria - spiega la ragazza - e adesso che c’è qualcun altro, qui in Italia, ad aver bisogno di aiuto, abbiamo pensato fosse giusto offrire un contributo. Tutti dovrebbero fare la propria parte».
Come Lidia e Paul la pensano in tanti. Da Padova a Rovigo, in tante sedi venete della Croce Rossa c’è stato un viavai continuo di persone che hanno risposto all’appello per la raccolta di beni di prima necessità da destinare ai terremotati del Centro Italia.
«È andata oltre ogni aspettativa», assicura Luigi Bolognani, presidente della Croce Rossa di Padova. E infatti in serata la raccolta di alimenti è stata interrotta: in queste ore ne è stata donata una tale quantità che è non ne servono altri. «Meglio puntare sugli aiuti economici».
Ogni minuto che passa, si moltiplicano le iniziative. Finita l’emergenza per gli esseri umani, ora si raccolgono alimenti per gli animali. A Rovigo, la Lega nazionale per la difesa del cane si prepara a inviare nelle zone colpite dal sisma cibo, medicinali a uso veterinario e ogni tipo di materiale «che possa aiutare la popolazione terremotata a prendersi cura dei propri amici a quattro zampe».
La Coldiretti di Treviso, invece, ha lanciato un appello ai propri soci per sostenere le mille imprese agricole danneggiate dal sisma: «Hanno bisogno di foraggi, mangimi, carrelli per la mungitura, pali e filo per le recinzioni». E anche gli Albergatori bassanesi si danno da fare con l’iniziativa «Adotta un collega imprenditore» che propone di sostenere le aziende di Amatrice e dintorni.
Ma con interi paesi rasi al suolo, servirà molto denaro per avviare la ricostruzione. E adesso che non serve raccogliere altro cibo, il Veneto anche stavolta sembra deciso a seguire l’esempio di Lidia e «fare la propria parte».
La Biennale di Venezia devolverà alle zone terremotate l’incasso della Mostra Internazionale di Architettura, dal 28 agosto al 4 settembre. E lo stesso faranno la Fenice, il Patriarcato (con i monumenti di Piazza San Marco, tra cui la Basilica e il campanile), i musei civici di Vicenza e quelli di Vittorio Veneto, con gli introiti delle visite in programma per domani, e l’Orto botanico di Padova che destinerà il ricavato delle prossime due settimane. Aperti anche diversi conti corrente nei quali far confluire le offerte. Ieri ne ha attivato uno (Iban: IT32M0200811725) anche il Comune di Verona.
Raccolta fondi a Jesolo, in occasione dello spettacolo acrobatico in programma oggi e domani, al quale parteciperanno le Frecce Tricolori. Si muovono anche giovani e sindacati. Come a Treviso, dove venerdì al «Binario 1» gestito da Rete Studenti e Cgil è prevista una cena di beneficenza a base di pasta all’amatriciana.
Esemplare l’iniziativa che arriva da Vicenza, dove i dipendenti della Provincia devolveranno una quota del proprio stipendio. «Sappiamo che sono gocce di solidarietà spiega il direttore generale dell’ente, Angelo Macchia - ma nessuno di noi ha intenzione di girare la testa dall’altra parte: i nostri concittadini del Reatino e del Piceno devono sapere che non sono soli».
Aiuti concreti anche dal mondo dello sport. Mentre la Lega nazionale di calcio dilettanti contribuirà a sistemare gli impianti, anche la nazionale azzurra di pallavolo (della quale fa parte il veronese Filippo Lanza) ha annunciato che devolverà 50mila euro.
Sono gocce di solidarietà, ma nessuno può girare la testa dall’ altra parte