Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Indagati per non aver soccorso l’amico Il sindaco: «Sia da monito per i giovani»
Le preoccupazioni dopo il droga party di Nove in cui un ventenne ha perso conoscenza
NOVE «Spero che lo studente finito in coma all’ospedale si rimetta in salute al più presto. E spero che gli amici che lo avrebbero abbandonato in serie condizioni dopo il festino a base di droga e alcol si siano resi conto della gravità del loro comportamento. Che quanto accaduto sia da monito agli altri».
A parlare è il sindaco di Nove, Chiara Luisetto. Un suo concittadino, uno studente universitario di 23 anni, martedì pomeriggio è stato trovato nel suo appartamento in stato comatoso dalla fidanzata e dai genitori ed era stato ricoverato in gravi condizioni al San Bassiano. Solo giovedì il quadro clinico si è evoluto in positivo e il giovane è stato risvegliato dal coma farmacologico. Stando agli accertamenti dei carabinieri e agli esisti degli esami tossicologici sarebbe stato un mix di alcol e stupefacente a metterlo in serio pericolo. In casa sono state trovate tracce di cocaina oltre a serra con una ventina di piante di marijuana che ha portato ad indagare il padrone di casa per la coltivazione di sostanza stupefacente. Sono finiti nei guai con la giustizia anche i quattro amici, tre 24enni di Nove e una ragazza 25enne di Marostica, tutti accusati di omissione di soccorso. Per aver lasciato solo e nel cuore della notte lo studente universitario che avrebbe invece avuto bisogno di cure, di assistenza immediata.
«Stava bene quando lo abbiamo salutato» si sono giustificati i quattro, che respingono le accuse.
«Mi spaventa la leggerezza con cui hanno affrontato le circostanze – commenta il primo cittadino Chiara Luisetto – il fatto che non abbiamo prestato maggiore attenzione, ma anche l’abuso di sostanze stupefacenti». L’episodio che ha fatto molto parlare. «Qualche ragazzo di Nove in questi giorni mi ha avvicinato facendomi sapere che si tratta di un caso isolato, che non si può generalizzare – continua il sindaco – spero che questi giovani coinvolti nei fatti si siano abbastanza spaventati da non dover più ritrovarsi nella stessa situazione. Voglio che sappiamo che se c’è bisogno le istituzioni ci sono, a partire dai servizi sociali. Spero solo di poterli incontrare e di parlarci».