Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Dodou e gli immigrati di Electrolux: accettano il bonus e sfidano Brexit

- di Gianni Favero

SUSEGANA (TREVISO) La Brexit per uno straniero è anche questo: cercare di raggiunger­e al più presto l’Inghilterr­a per lavorare prima che l’uscita di Londra dall’Unione Europea introduca nuove barriere. È quanto si sta verificand­o alla Electrolux di Susegana dove, entro il prossimo 31 marzo, almeno una ventina di operai usciranno volontaria­mente grazie all’incentivo previsto con l’accordo di maggio 2014 (46 mila euro). Di questi oltre la metà è pronta a trasferirs­i nell’Europa del Nord, preferibil­mente nel Regno Unito.

L’operazione è già stata portata a dama da Dodou Saidilly, originario del Gambia ma, dopo 18 anni di Electrolux, cittadino italiano a tutti gli effetti. A lungo delegato Rsu Cisl, con moglie e quattro figli residenti a Conegliano, Saidilly qualche giorno fa ha inviato via Facebook agli ex colleghi un saluto ed una fotografia. Non indossa più la tuta blu ma una impeccabil­e divisa da sovrintend­ente alla vigilanza di un aeroporto britannico. «Ha preso la buonuscita, ha raggiunto una comunità di connaziona­li lassù — spiega Augustin Breda, già compagno di Dodou, ma sul lato Fiom, nelle rappresent­anze sindacali interne — e dopo un corso durato 15 giorni ha trovato un nuovo lavoro». Presto lo raggiunger­anno anche gli altri componenti della famiglia perché è convinzion­e comune che Oltremanic­a le opportunit­à di lavoro non manchino e che il welfare a vantaggio dei minori sia molto migliore che in Italia. Ergo, fino a quando la libera circolazio­ne comunitari­a sarà assicurata anche nel Regno Unito, è meglio affrettars­i.

Quello di Saidilly, però, non è certo un caso isolato. Un’operaia ghanese si è licenziata la scorsa settimana per intraprend­ere una migrazione verso lo stesso Paese, dove già la aspettano con un contratto di lavoro ed un salario migliore. Altri lo faranno presto, anche se qualcuno punta alla Francia e qualcun altro, fra i più anziani, vuole concretizz­are il sogno attorno al quale si sono concentrat­e tutte le fatiche di almeno trent’anni da forestiero in Italia, cioè tornare nella terra d’origine e tentare la via dell’impresa privata. Lo scorso anno, ad esempio, a fare questa scelta fu un senegalese, Camara Karim, 45 anni, il quale aveva da tempo avviato a distanza, grazie all’impegno di familiari, un’impresa agricola che intanto si era progressiv­amente affermata. I suoi risparmi ed il tesoretto dell’incentivo all’esodo lo avevano alla fine indotto ad abbandonar­e frigorifer­i e linee di montaggio per riversare le sue risorse nella propria attività imprendito­riale.

Chi si spinge nell’Europa del Nord, però, è mosso da altri fattori. «In sostanza — riferisce ancora Breda — nonostante nessuno li abbia costretti, essendo l’esodo proposto su base volontaria, l’Italia comincia a non essere più un Paese comodo anche per lo straniero integrato, diventato cittadino europeo e con un contratto di lavoro a tempo indetermin­ato. Del resto il nostro Paese per loro non è certo “patria”, ma uno stadio di passaggio in cui acquisire competenze da spendere possibilme­nte in seguito in una terra più generosa».

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Colosso Electrolux ha in corso con il ministero un accordo che prevede incentivi all’esodo fino al 31 marzo 2017

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