Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Stop a volontari e aiuti «Ora soldi per la fase 2»
Bloccate decine di volontari: «Fanno solo confusione» La Croce Rossa: «Richiesti autisti di ruspe e veterinari»
VENEZIA Stanno tornando i primi soccorritori partiti dal Veneto mercoledì mattina per raggiungere l’area tra Marche, Lazio e Umbria all’alba dello stesso giorno devastata dal terremoto. Sono rientrate due delle nove squadre di cinofili inviate dalla Protezione civile regionale, le quattro dell’Associazione nazionale carabinieri (Anc), i 37 operatori del Soccorso alpino di Belluno, Padova, Treviso, Verona e Vicenza, l’elisoccorso del Suem 118 di Padova, i vigili del fuoco di Venezia con l’elicottero Drago 82 e l’équipe medica del Suem di Mestre. Solo per i pompieri è previsto un avvicendamento, a mezzogiorno di oggi, benchè da 64 uomini si scenda a 49, di Treviso, Belluno, Venezia, Padova e Verona. Rimangono giù i quattro volontari e la psicologa del Cisom (Corpo italiano di soccorso) di Padova chiamati a gestire l’accoglienza di 250 sfollati nel palasport di Amatrice, venti alpini e la Farmacia mobile dell’Associazione farmacisti volontari di Verona, che oltre a distribuire medicine gratuitamente è dotata di defibrillatore e altra strumentazione utile alle indagini di base. Ancora in stand by invece la colonna mobile allestita dalla Protezione civile per montare una tendopoli da 250 posti, con cucine, bagni e torri di illuminazione, i 90 uomini dell’Anc, i 25 alpini dell’Ana bloccati a Rovigo mercoledì dopo una «falsa partenza» da Vicenza, 12 volontari della Croce Rossa e molti altri che si sono offerti per prestare aiuto.
«Quando c’è un’emergenza non si può prendere e andare, a caso — spiega Gian Paolo Bottacin, assessore alla Protezione civile — perchè invece di aiutare si finisce per fare solo confusione. Bisogna coordinare le operazioni e gestire le squadre interforze, che tra l’altro dipendono da ministeri diversi. Altrimenti si rischiano doppioni inutili e dannosi. La nostra Regione è stata nuovamente preallertata dalla Protezione civile nazionale venerdì sera ed è una delle tre, con Campania e Calabria, che potrebbe intervenire a breve. Ma per ora stanno lavorando Lazio, Marche, Umbria, Emilia e Friuli, quindi dobbiamo aspettare il nostro turno». Lo stesso messaggio sta cercando di far passare la Croce Rossa: «Il Dipartimento nazionale di Protezione civile ci ha raccomandato di non presentarci nelle zone terremotate di nostra iniziativa, perchè sennò finisce che i soccorritori devono essere soccorsi. Nel senso che devono pur mangiare e dormire, ma così portano via posti di ricovero agli sfollati. Tanti nostri operatori vorrebbero partire ma devono aspettare 15 giorni, quando bisognerà dare il cambio a chi gestisce le tendopoli». E poi, conclusa l’emergenza sanitaria con il ricovero dei feriti negli ospedali di Ascoli, Rieti e Roma, ora c’è bisogno di autisti di camion e ruspe per spostare le macerie, di medici di famiglia per assistere i superstiti nelle necessità quotidiane e di veterinari per seguire i tanti cani e gatti rimasti randagi.
Gli operatori in loco hanno anche detto stop alla raccolta di beni di prima necessità, arrivati in quantità massicce. «Le amministrazioni dei paesi colpiti dal sisma chiedono di non mandare più alimenti, coperte, vestiti e provviste — conferma il vicesindaco di Rovigo, Ezio Conchi —. Adesso è necessario provvedere alla ricostruzione delle abitazioni o alla demolizione degli stabili pericolanti. E’ quindi preferibile un aiuto economico». «Infatti, bisogna pensare alla seconda fase dell’emergenza, all’arrivo del freddo e alla ricostruzione — riflette Mimmo Guerra, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Padova —. Non si potranno tenere gli sfollati in tende, palestre o ex scuole per mesi, quindi a breve anche noi apriremo un conto corrente per raccogliere contribuiti in loro supporto». Alla «fase 2» pensa pure l’Ance Venezia, che con il presidente Ugo Cavallin annuncia: «Le nostre imprese sono disponibili a partecipare alle attività che possano favorire il rapido ripristino di edifici e infrastrutture. Siamo in grado di organizzare a breve un significativo numero di cingolati, escavatori, gru e maestranze qualificate». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA