Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ingiurie, svastiche o frasi d’amore Linea dura per chi imbratta il centro
Dopo San Lorenzo, Variati annuncia il pugno di ferro. Sanzioni da 500 euro e vigilanza
VICENZA «Bellaaa». «Boycott». «Tommaso + Ilaria» e due cuori intrecciati intorno. Simboli politici da Prima Repubblica di estremismi di una parte o l’altra, svastiche. Ma più spesso, a pennarello o a bomboletta, sulle pareti degli edifici del centro storico di Vicenza le scritte che compaiono sono firme illeggibili o arzigogoli senza senso. In alcune vie – da piazza San Lorenzo a stradella Filippini, alla chiesetta di San Giacomo, a contra’ Porti e piazza delle Poste - sono particolarmente presenti e invadono letteralmente i muri: non graffiti con una sia pur vaga connotazione artistica, ma solo sgradevoli imbrattature.
Nelle scorse settimane ha destato grande sdegno nell’opinione pubblica e nell’amministrazione comunale l’«opera» di un graffitaro in piazza San Lorenzo: l’anonimo – si firma Herm Bone – ha imbrattato un affresco trecentesco su un’edicola a lato della chiesa. Allo stesso writer, in base alla firma, vengono attribuiti deturpamenti lungo contra’ Porti e all’esterno del duomo. Dopo l’accaduto è partita la caccia all’autore da parte della questura, mentre il sindaco Achille Variati ha annunciato un giro di vite nella vigilanza e decuplicato le multe, passate da 50 a 500 euro.
Nel frattempo, una passeggiata fra le vie del centro storico deturpate mostra come le imbrattature siano davvero tante. Iniziando proprio in piazza San Lorenzo, si scopre che i vandali se la sono presi anche con i sarcofagi rialzati esterni alla facciata gotica del tempio, dipingendo di nero scritte senza senso sotto uno di essi. Poco più in là, tra i licei Pigafetta e Lioy, il muro di contra’ Cordenons è completamente devastato fra scritte a spray che si accavallano, croci celtiche e incitamenti all’anarchia. In stradella San Marcello ad affogare fra ghirigori di tutti i colori – dal bianco al blu, dal giallo al rosa, al nero – è il retro della vecchia sede della Camera di commercio. Nelle vetrine le scritte in sovraimpressione dell’ente vicentino si leggono appena.
Le bombolette la fanno da padrone anche in strada Filippini, mentre nelle chiare pareti del liceo classico Pigafetta impera il pennarello, per messaggi d’amore scritti per lo più con eleganti (ma inopportune) calligrafie femminili. Sono forse i migliori: stradella San Giacomo, nelle vicinanze della biblioteca Bertoliana, torna ad essere una giungla di schizzi senza senso. «Ogni tanto si dà una mano di bianco, nelle pareti esterne, per coprire i graffiti, ma dopo un po’ ricominciano a farli – spiegano al Gran Caffè, il bar all’angolo – telecamere? Sopra la chiesa di San Giacomo c’è, ma ai graffitari sembra non importare». In effetti, sul portone di legno dell’edificio religioso ci sono scritte di tutti i tipi praticamente in ogni centimetro quadrato, in questo caso a pennarello. Lo spray nero torna invece a deturpare in altri punti della città, dai palazzi signorili di contra’ Porti ai vicoletti di contra’ Barche.
Ma il punto del centro in cui veramente sembra che più, negli anni, i vandali si siano accaniti è decisamente piazza delle Poste. Non tanto nei palazzi residenziali, ma nell’edificio del Ventennio che ospita il servizio postale: sotto il porticato i graffiti di ogni forma e colore, quasi tutti brutti e illeggibili, si accavallano ovunque dando la misura di un degrado pluriennale.
Le sanzioni agli imbrattatori, del resto, sono sporadiche. Variati ha deciso di inasprirle: «Ora passeranno da 50 a 500 euro. E il vandalo che ha deturpato l’affresco di San Lorenzo sappia che, seppure le telecamere della zona non mostrino immagini del fatto, si stanno seguendo piste che ci porteranno a lui» conclude il sindaco. A.Al. © RIPRODUZIONE RISERVATA