Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Lioara, 28 anni, uccisa e gettata in un campo
Verona, il corpo semisvestito della prostituta visto da un passante
Tre coltellate profonde: così è stata uccisa Lioara Petronela Ujica, la prostituta romena di 28 anni trovata cadavere domenica in un campo a Ver0na.
VERONA Il movente è, probabilmente, nel pendolo del mondo della prostituzione. Quello che oscilla tra il gesto inconsulto di un cliente e la punizione per qualche «sgarro». È in quel dondolio che è stata ammazzata Lioara Petronela Ujica, la prostituta romena di 28 anni trovata cadavere domenica mattina a Verona in una strada sterrata che da via Boscomantico sfocia in un campo di granoturco. Ed è in quel dondolio che i carabinieri del nucleo investigativo e quelli della sezione investigazioni scientifiche, coordinati dal maggiore Raffaele Federico e dal pubblico ministero Giuseppe Pighi, stanno cercando chi l’ha presa a coltellate fino ad ammazzarla.
Tre lamate, per Lioara. Tre fendenti non profondi, inferti con una lama tanto tagliente quanto piccola nelle dimensioni. Probabilmente un coltello a serramanico. Quello che gli è stato piantato una volta nella schiena e due nel torace. Lioara è stata trovata domenica mattina verso le 8 da un passante. Uno dei tanti che in quei campi che di notte sono il riparo del sesso a pagamento e di giorno diventano sentieri per camminate, stava passeggiando. Ha visto quel corpo con il viso verso il cielo, mezzo nudo, adagiato su una pozza di sangue rappreso e ha chiamato il 112. Quando i militari sono arrivati hanno trovato una piccola scia di sangue. Alcune gocce, che hanno raccontato di uno spostamento di pochi metri di Lioara che potrebbe essere stata prima colpita alla schiena mentre cercava di scappare e poi, una volta caduta, pugnalata al petto. Un omicidio. E vicino al corpo seminudo di quella donna con il volto rivolto al cielo, nulla che potesse raccontare chi era. Nessun effetto personale, neanche una di quelle piccole borsette che le prostitute si portano dietro quando vanno con i clienti, giusto lo spazio per i profilattici, le sigarette e il telefonino. Niente di niente. Nemmeno quel coltello con cui è stata uccisa, che anche ieri mattina i carabinieri sono tornati a cercare. Tutto, con ogni probabilità, portato via dall’assassino.
Lioara non ha avuto un nome per alcune ore. Il tempo di confrontare le sue impronte digitali con le varie banche dati. È in quella della prostituzione che il suo nome ritorna spesso. I dati degli stessi carabinieri, che l’avevano fermata pochi gorni fa. Quelli della polizia municipale, che l’aveva controllata più di una volta.
Faceva la venere a pagamento da almeno una decina d’anni, Lioara. Sempre in strada. Nelle vie del sesso di mezza Italia, senza mai essere - a quanto risulta - alle «dipendenze» di qualcuno. A Verona, stando ai controlli, era arrivata da poco meno di un mese. Nessun «domicilio» ufficiale se non quello «lavorativo»: la regionale 11. Quella Bresciana dove è sempre stata fermata e identificata. Nessun profilo Facebook, Lioara. Neanche un cellulare intestato a suo nome, ma ad altri che sono stati sentiti dai carabinieri. Perché è così che si sta cercando di ricostruire l’omicidio di via Boscomantico. Ascoltando i bisbigli del mondo appartato della prostituzione. Quello da cui si sta cercando di capire anche dove Lioara vivesse, di che «appoggi» godesse o di che «sgarri» fosse ritenuta responsabile.
Tra quel granoturco tranciato in cui è morta, non è stato trovato niente che possa essere utile all’identificazione del suo carnefice. Ha ripulito tutto, il suo assassino. Quello che l’ha portata lontana dalla sua «piazzola» sulla Bresciana, dove lei lavorava ogni sera e dove, per appartarsi, non serve allontanarsi fino ai campi di via Boscomantico. Quelli dove non ci sono telecamere e che anche per questo diventano rifugi del sesso clandestino. Occhi elettronici che invece vedono quanto accade sulla regionale 11 e i cui filmati verranno vagliati dagli investigatori.
È in un viluppo fatto di ipotesi ma ancora di nessun riscontro, che si stanno muovendo le indagini dei carabinieri. L’autopsia racconterà come è morta. Qualche indizio potrebbe essere trovato sui suoi vestiti o sul suo corpo. Tracce di Dna che però devono trovare un riscontro in qualche banca dati per dare un nome e un volto all’assassino di Lioara.