Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Nuove reggenze, altre 139 scuole avranno un preside a scavalco

Pochi dirigenti, l’Ufficio scolastico pubblica l’elenco. I casi più spinosi

- A.D’E.

VENEZIA Un giorno a Mel l’altro a Quero Vas, tre a Verona due a Soave, una settimana a Vicenza l’altra a Bassano. Si alterneran­no così, con orari incastrati e spostament­i continui, i 139 presidi veneti che ieri hanno ricevuto una nomina per una reggenza. Tradotto: per l’anno scolastico che inizierà tra dieci giorni dovranno badare al loro istituto ma anche a un altro, rimasto «orfano» perché il preside è andato in pensione o si è trasferito (l’elenco lo trovate all’indirizzo web http:// www.istruzione­veneto.it/ wpusr/wp-content/uploads/2016/08/REGGENZE-A.S.-2016-17-signed.pdf.)

L’ufficio scolastico ha provato a semplifica­re le cose assegnando a quasi tutti sedi vicine a quelle della titolarità ma non sempre è andata così. C’è Viviana Fusaro che è titolare all’istituto comprensiv­o di Feltre e reggente al polo delle superiori di Feltre o Luisa Basso, titolare all’istituto comprensiv­o di Vicenza 3 e reggente a Longare, oppure Gianni Zen, titolare al Brocchi e reggente all’istituto comprensiv­o di Bassano.

Ma ci sono anche Antonio Benetti, titolare all’istituto profession­ale Berti di Verona e reggente all’istituto comprensiv­o di Soave, o Rachele Scandella, titolare al Musatti di Dolo e reggente all’istituto Giulio Cesare di Mestre o Concetta Franco, titolare all’Algarotti di Venezia e reggente al Gramsci di Campalto.

«Siamo stati costretti a farlo – spiega Daniela Beltrame, direttrice dell’ufficio scolastico regionale. Siamo in una situazione di vera sofferenza, abbiamo bisogno di rinforzare il numero dei dirigenti. Quest’anno sono stata fortunata, i dirigenti veneti, per spirito di servizio, hanno collaborat­o e accettato la reggenza. È chiaro però che una scuola in reggenza viene seguita nei limiti delle possibilit­à e quindi molto meno dello standard».

Al Veneto sono «mancati» anche i venticinqu­e dirigenti trasferiti d’ufficio dal Ministero. «Non hanno accettato – assicura Beltrame – si sono liberate regioni più vicine. Capisco, noi però siamo in grave difficoltà». «In questo modo ho due scuole nominali e tre plessi in più – dice la preside di Dolo e Mestre, Rachele Scandella – è chiaro che seguire più istituti è complicato ma non è impossibil­e. La “Giulio Cesare” l’ho scelta perché è nella mia zona e perché è una scuola che funziona, che ha avuto sempre un dirigente stabile, che è ben organizzat­a. Il problema non è tanto la dimensione degli istituti, puoi andare anche in una scuola piccolissi­ma e trovare l’inferno».Le scuole «orfane» erano talmente tante che la direttrice dell’ufficio scolastico ha dovuto «chiedere una mano» ai presidi. «Mi è stato chiesto un aiuto spiega Roberto Sintini, preside dei licei veneziani Benedetti e Tommaseo, ora anche reggente all’istituto comprensiv­o «Manin» di Cavallino Treporti – ho capito la situazione e ho accettato. Dovrò necessaria­mente collaborar­e molto con i vicari anche se per alcune cose solo il preside può esserci. Stupisce però che questa situazione ci sia da anni e che non venga trovata una soluzione».

«Ho scelto Campalto per la raggiungib­ilità - spiega Concetta Franco, che si dividerà tra Venezia e Campalto – non è la mia prima reggenza. A Venezia però ho 1500 studenti, non avrei potuto avere un’altra scuola di grandi dimensioni».

«Non deve stupire che i dirigenti del Sud abbiano rifiutato i 25 posti veneti – dice Totò Mazza, della Cgil – hanno trovato posti più vicini a casa, come si poteva pensare il contrario? Il problema è che non viene indetto il concorso per i presidi. Quasi tutte le regioni italiane ne hanno meno di quelli che servirebbe­ro e sono costrette a dare le reggenze».

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