Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Colomban, un indipendentista a Roma
Raggi chiama l’imprenditore trevigiano, sarà il secondo assessore veneto «Sono determinato, vado con persone pulite e la sfida si può vincere»
TREVISO Le sue prima parole da neo assessore alle Partecipate del Comune di Roma, a guida 5 Stelle, sono state di moderato entusiasmo: «Accetto l’incarico con la determinazione necessaria, sapendo che si tratta di una sfida complessa ma alla nostra portata». E’ ottimista, l’imprenditore trevigiano Massimo Colomban, come si richiede a chiunque affronti un’esperienza del tutto inedita. Ma la definizione «sfida complessa», nel suo caso, appare come minimo un pallido eufemismo. La sindaca grillina Virginia Raggi, infatti, gli ha affidato il compito di «razionalizzare le municipalizzate, ottimizzare i servizi per i cittadini ed eliminare gli sprechi». Per i miracoli, aggiungerebbe qualcuno, ci stiamo attrezzando.
Colomban, già fondatore e timoniere per vent’anni della multinazionale trevigiana Permasteelisa, ha la tempra di chi non si spaventa facilmente: «Metterò a disposizione le mie competenze, acquisite grazie agli anni di lavoro sul territorio e con i lavoratori». Però ha subito sperimentato che aria tiri attorno all’amministrazione comunale di cui è appena entrato a far parte, i cui esordi, obiettivamente, non sono stati esaltanti. Neanche il tempo di essere nominato e, via Internet, gli è piovuto addosso di tutto: dalla velata accusa di avere indirizzato verso imprenditori aderenti (come lui) alla Confapri i fondi per le Pmi messi a disposizione dai parlamentari 5 Stelle, all’equazione Colomban uguale Casaleggio, per cui la sua nomina sarebbe stata imposta alla Raggi dalla molto influente «Casaleggio e associati», fondata dal fu Gianroberto e ora guidata dal figlio Davide. Per non dire del fatto che la Rete, dove nulla si cancella, non ha dimenticato i suoi recenti entusiasmi («E’ un vero innovatore, abbiamo fiducia in lui») per Matteo Renzi, di sicuro non il politico più apprezzato nella galassia grillina.
Colomban reagisce così: «Si riprendono e diffondono notizie allo scopo di disinformare. Primo: non ho mai raccomandato o favorito colleghi grazie alla mia conoscenza dei vertici del M5S. Secondo: sono stato chiamato dal sindaco Raggi e da alcuni assessori e funzionari di Roma, li ho sentiti puliti e onesti, oltre che determinati e professionali, e per questo ho accettato di aiutare la Giunta nei suoi obiettivi. Terzo: in passato ho avuto brevissime esperienze politiche, sempre rivolte a supportare gli innovatori e quei politici che promettevano di migliorare l’efficienza delle amministrazioni pubbliche». Quali politici, in particolare? «Ho sostenuto il presidente Zaia, in Regione Veneto - specifica Colomban - e ho apprezzato anche pubblicamente le promesse di Renzi, soprattutto per il rilancio economico e delle imprese nel 2014. Io mi metto a disposizione per migliorare le nostre amministrazioni, come ho già fatto in passato per il risanamento di Sviluppo Italia Veneto o il rilancio del Parco tecnologico Vega di Marghera».
Ma cosa c’entra un imprenditore del profondo Nord con l’amministrazione di Roma Capitale, secondo veneto in giunta dopo la discussa titolare dell’Ambiente Paolo Muraro? Alla «Zanzara», su Radio24, gli hanno già fatto il contropelo: Colomban ha ammesso di «non sapere quante sono le metro a Roma» e «di non conoscere il bus 64», la linea tristemente nota per i tanti borseggi. E ha anche aggiunto: «Sono da sempre un indipendentista veneto, sogno uno stato federale tipo Svizzera». Capito, romani?