Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Quella pagina Facebook con commenti e foto hot Il Pd sospende un segretario
MARTELLAGO Un gruppo Facebook dal nome improbabile, un imprudente segretario del Pd e l’inchiesta sulla cyber pedopornografia di una famosa giornalista e blogger. Sembrerebbero tre storie distinte, e invece sono i tre elementi del polverone mediatico che ieri ha portato alla sospensione di Davide Miele, 34enne di Martellago, dal partito democratico. Miele, infatti, è uno degli amministratori della pagina Facebook «Acazzoduro» (sic). Una pagina, secondo il diretto interessato, nata tra amici, il solito spazio per soli uomini (o quasi) in cui regnano «black humor» e contenuti da caserma.
Il problema sorge quando quella pagina finisce nel mirino di Selvaggia Lucarelli: secondo la giornalista, infatti, aveva contribuito a diffondere la Bibbia 3.0, un immenso file di foto e video caricato in dropbox e google drive che da giorni sta intasando gruppi whatsapp e siti internet vari con immagini a sfondo sessuale di ragazze giovanissime, quasi tutte minorenni. Il tutto era nato da una diatriba tra il segretario, che avrebbe difeso gli amministratori di una pagina «amica», «Pastorizia Never dies». In questa pagina, in effetti, stando agli screenshot postati da Selvaggia Lucarelli, qualcuno avrebbe caricato la famigerata Bibbia 3.0. Da qui, il j’accuse. «Mi domando come si concili la sua attività di segretario del Pd di Martellago con l’amministrazione di una pagina simile e soprattutto coi contenuti del gruppo chiuso che per esempio incitano a stuprare ragazzine di 13 anni». Nella pagina amministrata da Miele (un gruppo chiuso a cui sono iscritte circa 26 mila persone) non figurano immagini pedopornografiche. Figurano dei link che rimanderebbero, però, alle pagine in cui si possono facilmente scaricare. Ci sono delle immagini discutibili, ma che sono più simili però a delle battute di pessimo gusto. «Non intendiamo darle corda – risponde Miele in un post sulla pagina in questione - farla passare come la povera vittima del web, soprattutto visti i suoi precedenti (innocenti sbattuti alla gogna pubblica). Ovviamente non staremo a guardare, ma lo faremo in maniera tale da delegittimarla, senza darle la possibilità di passare per la vittima che non è. Quindi cazzoni, state tranquilli per ora, ogni cosa a suo tempo». Quel «ogni cosa a suo tempo» per Selvaggia è suonata come una minaccia. «Ma quale minaccia – aggiunge Miele – nel mio post ho voluto solo dire ai membri del gruppo di lasciar stare e di non replicare alle sue accuse». È l’unica replica che concede, prima di passare la parola al suo avvocato, Giacomo Nordio. «Miele non ha mai diffuso nulla di quello che dice la Lucarelli e ha sempre cancellato tutto quello che veniva postato dagli utenti della pagina, soprattutto i link. Chiederemo alla giornalista di rettificare le sue accuse, altrimenti procederemo per vie legali». Intanto, Miele è stato temporanemente estromesso dal suo partito. «Il Segretario di Martellago – commenta la segretaria metropolitana del Pd Gigliola Scattolin – è stato immediatamente sospeso dal suo incarico. Questa storia non ha nulla a che vedere con il Pd, con la nostra attività politica ei valori che ispirano il nostro impegno. Certamente se quanto denunciato corrispondesse alla realtà non esiteremmo a destituire definitivamente Miele».