Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Referendum Berlusconi in Veneto per il «no»
PADOVA «Viva Zagrebelsky, viva perfino Travaglio!». Sì, a parlare (nonostante un principio di afonia) è davvero Renato Brunetta, nella nuova sede parlamentare di Forza Italia a Padova. Il coordinatore regionale Marco Marin scherza: «Parla a titolo personale...». E pure l’avvocato-deputato Niccolò Ghedini ironizza: «Per fortuna gli sta andando via la voce...». Ma la battuta del capogruppo azzurro alla Camera la dice lunga su quanto il nuovo «Comitato per il “no” alla riforma costituzionale» rappresenti «la battaglia della vita» anche per i forzisti veneti, a costo di sposare le ragioni «dell’estrema sinistra, della minoranza dem e dei pentastellati», che secondo i sondaggi citati dallo stato maggiore del partito permetterebbero di conseguire, insieme al centrodestra, una vittoria al referendum compresa «fra il 60 e il 70%».
Per l’occasione da Piero Longo ad Alberto Giorgetti, passando per Lorena Milanato, Giovanni Piccoli, Bartolomeo Amidei ed Elisabetta Gardini, la delegazione parlamentare italiana ed europea si mobilita. «Ma saremo molto presenti anche sul territorio, tant’è vero che contiamo di portare Silvio Berlusconi a fare campagna elettorale in Veneto», annuncia Ghedini. «Speriamo di vedere presto un nuovo predellino, così da riavere il centrodestra al governo con Berlusconi», aggiunge Brunetta. E le ambizioni della Lega, che spesso e volentieri rilancia l’idea di un Luca Zaia (suo malgrado) candidato premier? «Ben venga un alleato forte, ma Forza Italia rimane il partito leader», chiosa Marin.
Se ne riparlerà a tempo debito. «Prima dobbiamo rimandare a casa Matteo Renzi e questo referendum è un’occasione imperdibile», ripetono i colonnelli azzurri, puntando il dito contro «il bicameralismo caotico» e «il nuovo centralismo» che vedono annidati nella riforma, «una vera e propria “schiforma”», nella definizione di Brunetta.