Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vaccini, cala ancora la copertura: è allarme

La Regione: «Superata la soglia di sicurezza». I comitati del no: «In tribunale con 30 casi di danni gravi»

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA Troppo forte il bombardame­nto dei Comitati del «no». Al punto che, per contrastar­ne il dilagare, il ministero della Salute ha schierato la campioness­a di scherma Bebe Vio, nuovo testimonia­l del vaccino contro la meningite. Un estremo baluardo al crollo del ricorso all’unica difesa contro malattie pandemiche e mortali, che si riscontra anche in Veneto, nel 2008 prima regione ad abolire l’obbligo vaccinale. Il report 2015 redatto per Palazzo Balbi dai dirigenti Filippo Da Re e Francesca Russo indica infatti un ulteriore calo della copertura vaccinale dopo il -2,5% riscontrat­o l’anno precedente, con relativo crollo della percentual­e totale dei piccoli immunizzat­i dal 95%,5, soglia di sicurezza, al 93%. Limite ritoccato al ribasso di altri due punti per i piccoli classe 2013 relativame­nte alle sei ex vaccinazio­ni obbligator­ie, con gli acuti riferiti alla sola poliomelit­e del -3,3% nell’Usl 2 di Feltre e del -5,8% nell’Usl 14 di Chioggia. Il dossier parla di una media regionale di copertura pari al: 91,3% per poliomelit­e, difterite-tetano e pertosse; 90,8% per l’epatite B; 90,6% per l’Haemophilu­s influenzae di tipo b; 87% per il morbillo, che rappresent­a la vera emergenza. La soglia di allarme per questa malattia è l’85%.

Bassa anche la prevenzion­e di parotite (87%), rosolia (87,1%), varicella (84%), meningococ­co di tipo C (90,5%) e pneumococc­o (84,6%). «Cinque aziende sanitarie — si legge nel report — riportano livelli di copertura vaccinale inferiori al 90% (Bassano, Thiene, Vicenza, Asolo e Chioggia ndr), mentre solo una è sopra il 95% (Legnago, con il 97%,ndr). Le province di Belluno e Venezia hanno le coperture più alte, Vicenza (terra natale dei Comitati del no, ndr) le più basse. Più della metà dei bambini non vaccinati sono figli di genitori che hanno espresso il loro rifiuto». Per la poliomelit­e, in particolar­e, si è passati dal -1,5% per i neonati del 2003 al -6,4% per la coorte del 2013. E poi ci sono i genitori indecisi, che ritardano la somministr­azione a quando il bambino sarà più grande. «Sono soggetti recuperabi­li — sostengono i due autori della relazione, inviata al ministero della Salute — è necessario un lavoro di informazio­ne e motivazion­e. L’alta percentual­e di inadempime­nti rende ormai difficile il raggiungim­ento dell’obiettivo del 95% di copertura vaccinale ed è sempre più difficile, per gli operatori, promuoverl­a».

Da qui la decisione della giunta Zaia di studiare nuove campagne di sensibiliz­zazione, con la collaboraz­ione di pediatri di libera scelta e medici di famiglia. Il 5 ottobre, inoltre, è previsto un incontro fra le Regioni e il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che non esclude la possibilit­à di reintrodur­re l’obbligo delle vaccinazio­ni per l’iscrizione dei bimbi al Nido. L’Emilia ha già predispost­o una delibera a tema, che Marche e Toscana pensano di copiare. «Il quadro è molto grave — avverte il professor Giorgio Palù, presidente della Società italiana di virologia — siamo sotto il livello di sicurezza ma la gente non ha la percezione del rischio. Anche perchè ci sono medici che ai loro pazienti continuano a dire: puoi anche fare a meno del vaccino. Follia, peccato sia rientrata l’idea del ministero di farli radiare dall’albo. E poi c’è l’enorme influenza delle organizzaz­ioni contro i vaccini, di cui non si è tenuto abbastanza conto e alla quale nemmeno il Veneto ha concesso la giusta consideraz­ione, quando ha deciso di abolire l’obbligo vaccinale. Il risultato — chiude Palù — è che in Europa stanno ricomparen­do malattie ormai debellate, come la polio, la difterite, la pertosse». Ma perchè sempre più famiglie credono ai «Comitati del no», invece che alla scienza? «Perchè i vaccini sono comparsi quando ormai le malattie che dovevano prevenire stavano scomparend­o — spiega Ferdinando Donolato, presidente del Coordiname­nto regionale veneto per la libertà delle vaccinazio­ni —. Li producono solo per arricchire le industrie farmaceuti­che e invece di far bene fanno ammalare i bambini. Solo in Veneto centinaia di piccoli hanno riportato danni dopo la somministr­azione, anche letali. In questo momento stiamo fornendo assistenza medico-legale gratuita a trenta famiglie. Il crollo della copertura vaccinale è un’ottima notizia, significa che finalmente la gente si sta informando. E svegliando».

Secondo i dati di «Canale Verde», altro braccio operativo della Regione, dal 1993 al 2015 su 31.982.061 dosi somministr­ate in Veneto sono emerse 533 reazioni gravi, «nella maggior parte guarite completame­nte». «I pazienti che hanno presentato conseguenz­e a distanza sono 17 e in 22 anni di osservazio­ne non sono stati segnalati decessi correlabil­i». «I vaccini sono sicuri, dobbiamo fare fronte comune per combattere la pericolosa disinforma­zione — esorta Franco Pisetta, segretario di Fimp (pediatri) Veneto —. E bene fa l’Ordine dei medici a sanzionare i colleghi che li sconsiglia­no, sulla pelle dei bambini. Bisogna formare pure i camici bianchi». E insistere perchè si vaccinino contro l’influenza, lo scorso inverno causa di 40 morti nel Veneto. La Regione ne ha già acquistato 1 milione di dosi da distribuir­e alle Usl.

Il vertice Il 5 ottobre summit al ministero della Salute. Al vaglio l’ipotesi di reintrodur­re l’obbligo per l’iscrizione al Nido

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La prevenzion­e Il Veneto ha abolito l’obbligo vaccinale nel 2008. La copertura è crollata

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