Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ponte, il Tar si è espresso: il restauro alla Vardanega
Il sindaco: importano i lavori. L’imprenditore: tre mesi e inizio
BASSANO Il Tar veneto ha deciso che a restaurare il Ponte degli Alpini sarà la Nico Vardanega Costruzioni di Possagno (Treviso). Ieri, giornata in cui era fissata la consegna del cantiere del polo museale Santa Chiara alla stessa impresa, è arrivata anche la sentenza del tribunale amministrativo regionale. Il quale accoglie di fatto il principio inserito nella premessa dell’ordinanza del Consiglio di Stato riconoscendo la titolarità ad eseguire l’opera alla Nico Vardanega srl. E questo pur riconoscendo la correttezza dell’operato della stazione appaltante del Comune», che aveva attivato delle verifiche sull’aggiudicazione provvisoria alla Vardanega, al termine delle quali, supportata anche da un parere legale, ne aveva disposto l’esclusione a favore della seconda aggiudicataria, la Inco di Pergine Valsugana (Trento) . Atteso da mesi, il verdetto del Tar compensa le spese tra le parti ricorrenti: il Comune non dovrà pagare nulla alla controparte, ma dovrà stipulare il contratto con l’impresa possagnese.
«Ne prendiamo atto; almeno si è sbloccata una situazione che si trascinava da tempo – commenta a caldo il sindaco Riccardo Poletto – ora ci riserviamo di approfondire i contenuti della sentenza con i tecnici e i legali. Personalmente ritengo remota la prospettiva di appellarci: abbiamo già perso sette mesi per le battaglie legali. Significherebbe allungare ulteriormente i tempi. Non so come agirà l’altro attore della vicenda giudiziaria, la Inco. Vedremo. Per noi la priorità resta il Ponte degli Alpini, che necessita di essere restaurato». Nulla cambia invece per l’intervento di rinforzo del monumento, che sarà eseguito nelle prossime settimane in regime di somma urgenza, in attesa che si parta con il cantiere vero e proprio del restauro, all’inizio del 2017. All’assessore alla Cura urbana Roberto Campagnolo resta l’amarezza per la lunga attesa della pubblicazione della sentenza. «Avere questa risposta all’inizio del mese di luglio ci avrebbe permesso di operare nel corso dell’estate», osserva. Campagnolo difende anche l’operato della commissione di gara. «L’intervento è troppo delicato e importante per non richiedere anche il controllo più minuzioso – rileva- da compiere, talvolta, nell’incertezza di un sistema normativo poco chiaro. Nei prossimi giorni procederemo agli ulteriori passaggi necessari all’avvio del cantiere, sperando che non ci siano ulteriori ricorsi». La notizia ha raggiunto Luca Conci, il titolare della Inco, come un fulmine a ciel sereno. «Non me l’aspettavo – dichiara – pensavo che dopo le valutazioni dei nostri legali e di quelli del Comune, la questione si sarebbe risolta a nostro favore. Ci confronteremo con i nostri avvocati e decideremo il da farsi».
Chi invece gongola è Gianantonio Vardanega dell’omonima impresa. «Stavo entrando in Comune per firmare il contratto di aggiudicazione dei lavori del polo museale Santa Chiara quando ho saputo che il Tar si era espresso favorevolmente nei nostri confronti – racconta - Un’ottima notizia, che ci soddisfa e ci permette di prepararci per l’avvio dei lavori al Ponte degli Alpini. Sapevamo da subito di avere ragione, per questo ci siamo battuti nelle sedi appropriate per far valere i nostri diritti». E ancora: «Ora, tenendo in considerazione anche le tempistiche tecniche e le finestre legate ai livelli del fiume, ci prepariamo per farci trovare pronti nel momento in cui si potranno avviare i lavori. Tra fine dicembre e i primi di gennaio la situazione del Brenta dovrebbe permettercelo, prima di allora produrremo i documenti utili e propedeutici all’avvio dei cantieri».Vardanega conclude: «In questa storia è evidente l’errore dei funzionari e dei tecnici che ritennero, erroneamente, la nostra documentazione e le nostre specifiche non conformi all’ottenimento dell’opera. Il Tar ora zittisce anche tutti coloro che ci accusavano di far perdere tempo al comune, e di essere noi la causa del ritardo. La nostra esclusione era stata ingiusta e ora anche la legge ha confermato che la nostra posizione è regolare. Paura di un eventuale controricorso della Inco? No, se anche dovessero ricorrere non credo ci saranno ulteriori stop. Potrebbero chiedere i danni al comune ma questo non riguarderebbe né noi, né i lavori di restauro».