Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Venezia-Monaco chi spinge Sernagiott­o e chi lo accusa

Sernagiott­o spinge a Bruxelles il prolungame­nto a nord dell’A27: «Così usciamo dalla periferia» Con lui c’è Confindust­ria. Ma i comitati: «Lobby del cemento». La freddezza di governo e Regione

- di Angela Pederiva

«Lobbista io? Sì, ma nel senso che lavoro per inserire nella programmaz­ione dell’Ue le opere del Veneto, poi saranno governo e Regione a decidere». Remo Sernagiott­o, europarlam­entare fittiano, sta conducendo una battaglia a Strasburgo per far approvare la Venezia-Monaco, prolungame­nto dell’A27. Ma chi ha dietro? Certamente il fronte degli imprendito­ri. I comitati lo attaccano.

VENEZIA Con sé ha gli imprendito­ri, contro di sé ha i comitati. Roma è gelida, ma anche Venezia è freddina. E se a Bruxelles se ne parla, a Belluno si litiga. Ma il trevigiano Remo Sernagiott­o tira dritto, a pochi giorni dall’annuncio che la commission­e Trasporti del Parlamento Europeo ha approvato tre emendament­i alla relazione sul migliorame­nto della connession­e e dell’accessibil­ità infrastrut­turali, descrivend­oli come il colpo (politico) di ruspa allo spianament­o della strada per la Venezia-Monaco: «Lobbista io? Sì, ma nel senso che lavoro per inserire nella programmaz­ione dell’Ue le opere del Veneto com’è questa, dopodiché saranno il governo e la Regione a decidere se la vogliono».

Ecco, appunto: qui lo vogliono o no, il prolungame­nto a nord dell’A27? Si tratta dell’ipotesi autostrada­le che nel 1960 confluì nella costituzio­ne della Società per l’Autostrada di Alemagna, dismessa nel 2013 per il venir meno della sua stessa ragione sociale. Un disegno rimasto sulla carta anche dopo essere stato parzialmen­te oggetto di una proposta di project financing, quella dei primi 20,7 chilometri da 1,7 miliardi del Passante Alpe Adria, che vedevano per capofila Fincosit, Mantovani e Maltauro e che erano stati approvati dalla commission­e nazionale Via, ma che nel 2015 sono finiti sotto la mannaia della legge regionale di revisione.

Per i 120 chilometri complessiv­i del progetto riattualiz­zato, da Pian di Vedoia a Lienz, stime prudenzial­i parlano di un costo previsto di qualcosa come otto miliardi di euro. A perorare la loro causa è Sernagiott­o, con una serie di mosse in sede europea attuate dall’inizio del 2016. «Innanzi tutto — racconta l’esponente di Conservato­ri & Riformisti — ho fatto inserire nella strategia Adriatico-Ionica il pezzo di strada Venezia-Ravenna. Poi come relatore-ombra all’interno della strategia alpina Eusalp ho lavorato ad un compromess­o che prevede il primo grande corridoio tecnologic­o proprio lungo la VeneziaMon­aco: sopra l’asfalto, sotto le reti di luce, acqua, gas, banda larga. Infine in commission­e Trasporti ho fatto approvare tre emendament­i, in discussion­e nella plenaria di Strasburgo dal 24 al 27 ottobre, fra cui quello che definisce prioritari­o “il completame­nto dell’autostrada italiana A27 con sbocco in Austria e il migliorame­nto viabilisti­co, attraverso opportune opere complement­ari, della rete stradale italiana e austriaca di questa parte”».

Contro di lui ci sono i comitati. «È evidente che Sernagiott­o vuole accreditar­si dal punto di vista politico come il rappresent­ante della lobby del cemento — accusa Piermario Fop, responsabi­le di Libera per il Cadore, che insieme a Peraltrest­rade si oppone alla prosecuzio­ne autostrada­le in favore piuttosto del rilancio ferroviari­o — ma la montagna non ha certo bisogno di speculazio­ne e distruzion­e, bensì di uno sviluppo responsabi­le».

Con lui ci sono invece le imprese. «La nostra provincia — argomenta Luca Barbini, presidente di Confindust­ria Belluno — ha bisogno di infrastrut­ture. Per questo noi siamo favorevoli sia all’A27 che al treno. Il sentiment generale del territorio è più favorevole alla ferrovia, ma noi vorremmo avere anche l’autostrada, perché si tratta di opere tutt’altro che in contrappos­izione l’una con l’altra». Sernagiott­o ascolta e rilancia: «Dietro di me non ho nessun costruttor­e, nella mia vita politica non ho mai ricevuto neanche un avviso di garanzia. Se gli Industrial­i la pensano come me, è questione di buon senso: meno saremo periferia, più ricchezza avremo. Per questo sono contento che lunedì scorso, nell’incontro che gli ho chiesto a Venezia, Luca Zaia si sia mostrato entusiasta per il lavoro che ho fatto».

Sul punto Palazzo Balbi raffredda i toni, ricordando che il governator­e ha più volte sottolinea­to che la Venezia-Monaco «resta un obiettivo, tra tutte le difficoltà del caso», ma che il referente della Regione in Eusalp sul tema della mobilità è il docente universita­rio Giovanni Campeol. L’ex segretario della Fondazione Dolomiti Unesco, che proprio insieme a Sernagiott­o ha partecipat­o a diversi convegni nel Bellunese, è fiducioso: «Gli ultimi emendament­i approvati sono rilevantis­simi dal punto di vista politico ma anche tecnico, perché rappresent­ano in modo puntuale e preciso la strategia europea, che all’interno della rete centrale prevede ammagliame­nti infrastrut­turali di raccordo come questo».

Roger De Menech, deputato bellunese del Pd e ufficiale di collegamen­to fra il governo e le Dolomiti, resta però critico: «I cittadini sono stanchi di aspettare i sogni sul prolungame­nto: vogliono risposte concrete, cioè soldi a bilancio. Eccoli: settanta milioni di euro dell’Anas per l’adeguament­o delle Statali, che punto a far raddoppiar­e in legge di Stabilità, e risorse per studiare la fattibilit­à dell’anello ferroviari­o dolomitico, che abbiamo reperito nei fondi di confine. Tutto il resto sono illusioni fuori dal tempo».

Emendament­i La commission­e Ue ai Trasporti ha approvato la previsione di un corridoio Italia-Austria Costi Stime prudenzial­i parlano di 8 miliardi per i 120 chilometri da Pian di Vedoia a Lienz

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Attivista Piermario Fop (Libera)
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Politico Remo Sernagiott­o (Conservato­ri & Riformisti)

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