Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Ci serviva un tecnico» «Scoverà i bubboni» I parlamentari del M5s sguainano la spada
VENEZIA C’è stato un tempo in cui i «marziani» erano loro. Quei 14 sconosciuti che, di punto in bianco, alle Politiche del 2013 calarono dalla periferia al centro dell’Impero sfidando lo scetticismo generale. Rispetto ad allora la truppa parlamentare veneta del Movimento 5 Stelle ha perso qualche soldato, ma rimane col coltello ben infilato tra i denti, ora che c’è da difendere il neocommilitone Massimo Colomban dagli attacchi per la nomina nella giunta di Roma Capitale: «È l’uomo giusto nel posto giusto».
In queste ore a fare quadrato attorno all’imprenditore-assessore sono i parlamentari pentastellati veneti. Ma anche Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e componente del direttorio, prodigo di complimenti per Colomban: «Un imprenditore veneto che metterà mano alle partecipate. Questo è anche un altro grande segnale che vogliamo dare a tutto il mondo delle piccole e medie imprese che possono dare un grandissimo contributo anche alla gestione delle amministrazioni pubbliche». Non è meno generoso l’europarlamentare David Borrelli, capo-delegazione del M5S a Bruxelles: «Per chi non lo conoscesse, Massimo Colomban è un imprenditore che ha portato ai massimi livelli l’immagine dell’Italia e dell’imprenditoria veneta nel mondo. Chi lo conosce sa che è una fucina inesauribile e incontenibile di idee, che è acerrimo nemico della lentezza burocratica che rappresenta un ostacolo alla voglia di fare. A Massimo vanno i miei più sentiti auguri e incoraggiamenti per questa nuova avventura che si appresta a iniziare nel Comune di Roma, nella quale, ne sono sicuro, saprà applicare alla perfezione l’imperativo del “fare bene e farlo subito”!». Concorda Jacopo Berti, capogruppo grillino in consiglio regionale: «Lo dicevo che serviva un veneto per mettere a posto Roma».
Quelli che nella Capitale ci stanno già, fra Montecitorio e Palazzo Madama, sentono però la sua nomina con ancora maggiore sensibilità. «Siccome in quella città tutti i giorni prendo il bus e vedo i rifiuti accatastati — dice il deputato bellunese Federico D’Incà — capisco quanto Colomban potrà essere prezioso nella battaglia contro i bubboni nascosti dentro aziende come Atac e Ama. Non è solo un imprenditore che si è fatto da solo e dunque sa cos’è la concretezza, è anche un uomo che ha fatto della lotta alla corruzione la sua filosofia di vita. L’ultimo “marziano” è stato Ignazio Marino. Al contrario Massimo è un tecnico che, in questo Titanic che senza il Movimento stava andando dritto verso l’iceberg, sta già lavorando pancia a terra per riuscire in brevissimo tempo a prenderne in mano il timone».
Un’immagine un po’ zaiana, per un personaggio che del resto a supporto del governatore è stato anche un candidato, come gli rinfacciano adesso i detrattori imputandolo di trasformismo. «Anche se Colomban fosse un premio Nobel verrebbe comunque accusato delle peggiori nefandezze — sottolinea il senatore vicentino Enrico Cappelletti — perché l’ordine di scuderia è attaccare la giunta di Virginia Raggi qualsiasi cosa faccia. Rosario Crocetta alla Regione Sicilia avrà cambiato 50 assessori, ma su di lui abbiamo letto un millesimo di quello che è stato scritto su di noi. Ma pazienza, come veneto sono orgoglioso che sia stato scelto un mio conterraneo per una delega così delicata. So che cosa ha rappresentato Massimo per la realtà produttiva del nostro territorio e quanto incarni la voglia di intraprendere della gente del Veneto. Chi meglio di lui?». Nessuno, risponde il deputato veronese Mattia Fantinati, che ha collaborato con il neo-assessore per alcuni convegni a Castelbrando: «Marziano? Va bene, Colomban non sarà un romano, ma in questo momento a Roma non serve un romano, bensì un tecnico in grado di capire la gestione delle aziende e di individuare gli sprechi al loro interno. Beh, direi che in questo Massimo ha esperienza da vendere».
Il senatore trevigiano Gianni Pietro Girotto afferma di non conoscerlo. «Ma il suo eccellente curriculum parla per lui — chiosa — e magari adesso avremo modo di incontrarci in treno su e giù fra Treviso e Roma...».
David Borrelli Massimo è una fucina inesauribile di idee ed è acerrimo nemico della lentezza burocratica. Applicherà l’imperativo “fare bene e farlo subito”