Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Morto Zanellato ha sparato e ucciso il colonnello Gildoni
NANTO È morto Battista Zanellato, il pensionato di Bosco di Nanto che il 17 luglio del 2009 si barricò in casa e uccise il colonnello dei carabinieri Valerio Gildoni, che voleva solo disarmarlo del fucile e riportarlo alla ragione. Da allora, da quel terribile giorno rimasto indelebile per la comunità e per l’Arma che non manca di ricordare lo stimato ufficiale con cerimonie, messe e tornei a lui dedicati, Zanellato non aveva più rimesso piede a casa. È morto nei giorni scorsi all’età di 91 anni, nella casa di cura di Noventa Vicentina dove era ricoverato da tempo. Ieri nella chiesa di Nanto si sono celebrati i suoi funerali, alla presenza dei figli Nuccia (che era stata nominata curatrice dell’anziano genitore) e Daniele, di parenti e amici. Con l’ultimo addio è inevitabilmente tornato a galla quel terribile fatto di sangue di cui l’anziano si era macchiato sette anni prima. In preda alla demenza senile, che diverrà poi una patologia conclamata: ossessionato dai ladri, Zanellato qualche giorno prima aveva sparato a una pattuglia dei carabinieri che si era avvicinata a casa sua e lo stesso aveva fatto al colonnello Gildoni che, in abiti borghesi, aveva salito le scale per convincerlo a consegnare il fucile. Una tragedia che aveva portato l’anziano all’ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, e dopo due ischemie cerebrali ai domiciliari nel reparto di psichiatria al San Bortolo di Vicenza. Nel maggio 2010 era stato condannato per l’uccisione dell’ufficiale arrivato da pochi giorni a Vicenza: 10 anni di reclusione e 3 di ospedale psichiatrico. Una sentenza con cui il giudice Eloisa Pesenti aveva di fatto sconfessato il proprio consulente, che aveva dichiarato l’uomo infermo di mente. Un anno dopo l’anziano di Nanto era stato rimesso in libertà: per i periti della corte d’assise di Vicenza lo stato di incapacità del pensionato era irreversibile, quindi di fatto non era più processabile.