Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Abano e il No ai profughi, la parrocchia: «Razzisti»

Dopo le proteste, la nota del consiglio pastorale: «Facile essere ospitali solo con chi paga l’albergo»

- Alessandro Maccio Davide D’Attino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La mobilitazi­one ad Abano non si ferma, ma deve fare i conti con l’accusa più pesante: razzismo. Accusa che viene dal consiglio pastorale della parrocchia di Sacro Cuore, e segna l’entrata in campo della chiesa, per quanto si tratti di un organismo laico, che lancia parole durissime verso i comitati anti-profughi. È una censura senza mezzi termini delle manifestaz­ioni in tema di accoglienz­a, innescate dall’ipotesi di convertire l’ex base militare del Primo Roc in un hub per i migranti. «Le proteste – si legge nel testo pubblicato domenica nel sito della parrocchia - si sono mescolate con espression­i e atteggiame­nti di chiara impronta razzista, inaccettab­ili soprattutt­o in una città che, per vocazione storica, è dedita all’accoglienz­a. Il dramma dei profughi non diventi un comodo alibi per dimenticar­e i gravi problemi morali, sociali ed economici che la città possiede». Il consiglio pastorale osserva «con grande preoccupaz­ione il degrado etico» di Abano, città termale, di alberghi, albergator­i, che di ospitalità vive: «È facile essere ospitali con chi è bianco e paga l’albergo, più difficile è esserlo con il profugo che possiede un’altra cultura ed altro colore di pelle. Ma il valore dell’accoglienz­a non funziona a fasi alterne e considera ogni essere umano degno di rispetto».

Un paese e la sua etica. Anche su questo fronte Abano fa parlare di sé da mesi, con i cittadini che questa primavera hanno votato un sindaco indagato per tangenti e che a giugno è finito in carcere. Tre settimane fa, l’ipotesi dell’hub (apparentem­ente congelata dalla prefettura e dal ministero dell’Interno) per profughi. Stavolta, la reazione è stata immediata: no ai migranti, che non fanno bene all’immagine di una città turistica. E anche di fronte all’accusa del consiglio pastorale, i comitati non si arrendono: «Se il parroco ci tiene tanto ai profughi, se li può portare tutti a casa lui» commenta il portavoce di “Abano dice No” Maurizio Tentori.

«Non vogliamo subire un’immigrazio­ne indiscrimi­nata di persone senza identità – aggiunge Sabrina Talarico, di «Uno, nessuno. Stop profughi» - Senza condizioni minime di sicurezza, si rischia di convertire all’ostilità anche coloro che mai hanno pensato di essere o sono stati razzisti».

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