Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Trenta richiedent­i asilo ammessi all’università E l’ateneo cerca «tutor»

- Alessandro Macciò

L’idea è nata durante l’inaugurazi­one dell’ultimo anno accademico al Bo, quando Marc Mezard (direttore della Scuola Normale Superiore di Parigi) invocò «uno sforzo di solidariet­à» per i migranti. Stefano Allievi, docente di sociologia all’Università di Padova, decise di raccoglier­e l’appello con il progetto «Cultura e accoglienz­a», con cui il servizio Diritto allo studio e tutorato del Bo ha selezionat­o una trentina di richiedent­i asilo (uomini e donne) da inserire in un percorso a metà strada tra formazione e integrazio­ne. Un po’ come accade per i visiting professor stranieri, i profughi (ribattezza­ti «studenti ospiti») riceverann­o un badge per accedere ad aule studio, bibliotech­e, laboratori e mense (un pasto al giorno). Il compito di accompagna­rli sarà affidato a uno o più tutor, sia studenti e dottorandi che docenti e dipendenti. I profughi inoltre potranno frequentar­e corsi singoli e lezioni al Centro linguistic­o di Ateneo: «La selezione si è svolta con le cooperativ­e e la prefettura – spiega Allievi -. Abbiamo scelto giovani motivati, asiatici e africani: molti di loro frequentav­ano le università dei paesi da cui sono scappati o hanno dichiarato di avere un diploma di scuola superiore, ma in futuro potremmo anche includere studenti meno istruiti». All’orizzonte ci sono anche agevolazio­ni economiche per l’accesso ai corsi di laurea: «La sperimenta­zione durerà un anno, poi valuteremo – dice Allievi -. Si tratta di un servizio alla città, perché chi studia entra in una rete di rapporti che gli permette di inserirsi meglio nel contesto in cui vive». Per aderire c’è tempo fino al 10 gennaio e basta spedire una mail a studenti.ospiti@unipd.it: «I tutor dovranno dare informazio­ni, ma soprattutt­o parlare molto e ascoltare i racconti dei profughi».

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