Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Trenta richiedenti asilo ammessi all’università E l’ateneo cerca «tutor»
L’idea è nata durante l’inaugurazione dell’ultimo anno accademico al Bo, quando Marc Mezard (direttore della Scuola Normale Superiore di Parigi) invocò «uno sforzo di solidarietà» per i migranti. Stefano Allievi, docente di sociologia all’Università di Padova, decise di raccogliere l’appello con il progetto «Cultura e accoglienza», con cui il servizio Diritto allo studio e tutorato del Bo ha selezionato una trentina di richiedenti asilo (uomini e donne) da inserire in un percorso a metà strada tra formazione e integrazione. Un po’ come accade per i visiting professor stranieri, i profughi (ribattezzati «studenti ospiti») riceveranno un badge per accedere ad aule studio, biblioteche, laboratori e mense (un pasto al giorno). Il compito di accompagnarli sarà affidato a uno o più tutor, sia studenti e dottorandi che docenti e dipendenti. I profughi inoltre potranno frequentare corsi singoli e lezioni al Centro linguistico di Ateneo: «La selezione si è svolta con le cooperative e la prefettura – spiega Allievi -. Abbiamo scelto giovani motivati, asiatici e africani: molti di loro frequentavano le università dei paesi da cui sono scappati o hanno dichiarato di avere un diploma di scuola superiore, ma in futuro potremmo anche includere studenti meno istruiti». All’orizzonte ci sono anche agevolazioni economiche per l’accesso ai corsi di laurea: «La sperimentazione durerà un anno, poi valuteremo – dice Allievi -. Si tratta di un servizio alla città, perché chi studia entra in una rete di rapporti che gli permette di inserirsi meglio nel contesto in cui vive». Per aderire c’è tempo fino al 10 gennaio e basta spedire una mail a studenti.ospiti@unipd.it: «I tutor dovranno dare informazioni, ma soprattutto parlare molto e ascoltare i racconti dei profughi».