Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Quell’Eden di Ischia realizzato dal duca padovano
La storia Luigi Silvestro Camerini veniva dalla famiglia che possedeva la villa di Piazzola sul Brenta. Appassionato di botanica, fu confinato durante il fascismo Sull’isola realizzò il famoso parco con le piante ammirate durante i suoi viaggi
Per chiunque giunga ad Ischia, non necessariamente in un assolata giornata estiva, è d’obbligo una visita ai giardini Negombo, un fantastico parco idrotermale incastonato nella baia di San Montano, in località Lacco Ameno, che ospita oltre cinquecento varietà di piante mediterranee ed esotiche, una spiaggia privata e tredici piscine marine e termali, il tutto abbellito da sculture di grandissimi artisti contemporanei, Arnaldo Pomodoro in primis. Quasi nessuno dei fortunati che possono trascorrere il loro tempo in questo vero e proprio paradiso terrestre sa che la storia del Negombo è una storia tutta veneta. Il creatore del parco fu, infatti, il duca Luigi Silvestro Camerini, esponente di quella dinastia dei Camerini che nel padovano, ed in particolare a Piazzola sul Brenta, hanno salde radici.
Tutto comincia con Silvestro Camerini, quello che oggi si definirebbe un self made man. Nasce infatti da famiglia poverissima, forse ebrea, nel 1777 a Castel Bolognese, in Romagna. Da ragazzo lavora in zona come «carriolante» nella riparazione degli argini fluviali. Poi si trasferisce a Ferrara dove comincia ad aggiudicarsi i primi appalti tra cui quello per la manutenzione locale delle strade pontificie. Con gli utili ricavati compra terra, molta terra.
Nel 1852 acquista dalla famiglia Correr–Giovannelli il possedimento di Piazzola sul Brenta, già appartenuto ai Contarini, comprendente la celeberrima villa (in grave stato di abbandono) ed un vasto latifondo di 5.000 ettari offerto in fideiussone al governo di Vienna (il Veneto appartiene ancora all’Austria) in cambio di un altro appalto: le esattorie di moltissimi centri della regione. Lui nel frattempo dimora a Padova nel Palazzo Bembo-Camerini, uno dei più antichi della città, da dove dirige i suoi affari (nel 1858 acquista sempre dagli Asburgo l’isola nel delta del Po che diventerà Polesine Camerini), si prodiga in attività benefiche (fa ad esempio restaurare la Chiesa di Santa Sofia) e riceve da un messo del Papa il titolo di Duca (era ancora cittadino pontificio).
Alla sua morte, nel 1866, l’immenso patrimonio passa al nipote Luigi e, nel 1885, al figlio di quest’ultimo Paolo, l’uomo che riporta la villa di Piazzola agli antichi splendori attuando anche un progetto agricolo-industriale (una centrale elettrica, una fabbrica d’acido solforico ed una di concimi chimici, la prima del Veneto) che fa salire gli abitanti del piccolo centro padovano da 1900 e oltre 4000.
E siamo così al nostro duca Luigi Silvestro. E’ lui, unico figlio del duca Paolo, a 31 anni d’età, nel 1937 ad ereditare tutto. È uno spirito libero Luigi Silvestro: grande umanista, poliglotta, appassionatissimo di botanica, si disinteressa agli affari di famiglia preferendo ad essi i viaggi. Visita così i luoghi più remoti della terra.
Nel 1939, a Pola, durante una manifestazione, critica pubblicamente l’alleanza italo-tedesca. Il fascismo lo confina così a Ponza, in compagnia di Pietro Nenni, Ernesto Rossi e Tito Zaniboni, l’attentatore di Mussolini. Crollato il regime Paolo decide di non allontanarsi troppo dall’isola. Sbarca così ad Ischia dove compra 9 ettari di terreno adiacenti alla piccola baia di San Montano, un luogo perfetto per realizzare il suo sogno: dare vita ad un parco che possa accogliere tutte le piante ammirate nei tanti viaggi. Lo chiamerà Negombo, come l’omonima località dell’isola di Cylon da lui tanto amata. Il duca muore ad Ischia nel 1991 ma, anche se pochi lo sanno, il Negombo, con la sua indescrivibile bellezza, continua a testimoniare a tutti l’affascinante vita del suo creatore.