Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La prova (superata) al ristorante «Facile criticare, ma pagheranno le pensioni di chi oggi li attacca»

- A. Belt.

RONCADE (TREVISO) All’appello dell’Ascom di un anno e mezzo fa, quando agli associati venne scritta una lettera in cui si offriva la possibilit­à di inserire in organico un richiedent­e asilo con la formula del tirocinio, risposero davvero in pochi. Ma ad oggi il percorso avviato grazie alla Caritas ha permesso di trasformar­e quelle esperienze formative in più di 20 contratti. Tra i primi ad aprire le porte della loro attività c’è un noto ristorante pizzeria trevigiano, il «Perché» di Roncade. Il titolare, Francesco Salamon, è anche presidente dell’associazio­ne Piccolo Carro di Olmi, onlus che lavora con i bambini fornendo supporto allo studio. «Buona parte sono figli di immigrati – spiega Salamon -, e non avrebbe senso aiutare i bambini senza cercare di dare una mano anche ai loro genitori: sono loro che con il loro lavoro pagano le pensioni di chi poi se la prende con gli immigrati. A maggio dello scorso anno abbiamo inserito Souleymane, maliano di 25 anni, come stagista – racconta il titolare del «Perché» -. Ha iniziato come lavapiatti e addetto alle pulizie. Ha dimostrato di aver voglia di lavorare, così abbiamo deciso di assumerlo».

Il contratto, a tempo indetermin­ato, è stato siglato anche grazie ai benefici della legge di stabilità. Un incentivo che sarebbe stato sfruttato anche per assumere italiani. «Ma non è che ci sia la coda alla porta di chi chiede di lavorare – sottolinea Salamon -, anzi. Stiamo cercando un cuoco con esperienza da diverso tempo, e non siamo ancora riusciti a trovarlo». Oltre a Suoleymane, al ristorante «Perché» da pochi giorni ha iniziato uno stage anche un 21enne senegalese, ospite di una famiglia.

E a Monastier c’è l’azienda Italcab, che di profughi ne ha già assunti due e si appresta a breve a ingaggiarn­e altri tre.

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