Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Meccanica, la presidente: «Il futuro chiede la fabbrica 4.0 e nuovi rapporti con i sindacati»
VICENZA Per la prima volta una donna è alla guida dell’industria meccanica del Vicentino. Laura Dalla Vecchia – a capo a Schio di Polidoro Spa, che produce bruciatori - è vicepresidente di Confindustria Vicenza (segue le relazioni sindacali) ma è anche numero uno della corrente probabilmente più rappresentativa dell’associazione, Federmeccanica. Su istruzione, credito, contratto, rapporti coi sindacati e «fabbrica 4.0» in questi mesi Dalla Vecchia ha condiviso un programma biennale ai suoi vicepresidenti: «Spunti e idee, su cui stanno già lavorando» assicura.
Presidente Dalla Vecchia, cosa intende per «fabbrica 4.0»?
«Digitalizzazione e nuove tecnologie cambieranno il nostro modo di lavorare, anche pesantemente. Possono essere un’opportunità o distruggere i nostri settori. E allora, dobbiamo capire come impatteranno, anche sul lavorare la lamiera. E capire il modo migliore per ottenere i finanziamenti promessi dal governo in materia».
Quando nel suo programma parla di produzione all’estero pensa alla delocalizzazione?
«Assolutamente no. Nessuno che ha una ditta in Italia vuole andare all’estero. Però, dalla ditta in Italia non puoi pensare di servire tutto il mondo. Se il mercato è in Corea, devi andare lì vicino o chi è sul posto ti farà concorrenza come minimo sulla logistica. Servono più servizi per assistere chi lavora anche in quei mercati, da parte dell’associazione».
Cosa chiederà ai sindacati?
«Il modo di produrre sta cambiando in fretta, si modificheranno soprattutto le competenze necessarie. Dobbiamo lavorare assieme per trasmettere questo messaggio nel modo corretto ai lavoratori».
C’è da innovare anche in fatto di credito?
«Vogliamo capirne di più in fatto di finanza alternativa, vedere se c’è un modo diverso di finanziare le aziende. E mappare gli istituti che offrono più servizi in base ai mercati».
Cosa pensate dei problemi di Banca Popolare di Vicenza?
«Che a fine anno ci saranno aziende in perdita o con forti svalutazioni a causa dei titoli che possiedono. Il danno ormai è fatto e c’è poco da dire: però, forse, sarà anche un’opportunità per altri istituti, per presentarci delle offerte».