Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«PadovaFiere, le elezioni non c’entrano ma le regole contabili vanno rispettate»
Zilio risponde a Olivi: è stata soltanto applicata la legge Madia, nessuno vuole cacciare Geo
PADOVA La partita della Fiera di Padova targata Geo rischia di finire male prima ancora del fischio di inizio. Le fragili condizioni di salute della Spa (privatizzata nel 2005 dall’amministrazione Zanonato e acquisita per l’80% dal colosso francese Gl Events) avevano dato i primi segni di miglioramento con l’arrivo dell’allestitore padovano Giplanet (oltre 30 milioni di ricavi) quando i soci pubblici hanno improvvisamente deciso di abbandonare la nave al suo destino.
A fronte di una situazione economica oggettivamente disastrosa (il sistema fieristico patavino tra il 2007 e e il 2016 ha visto crollare i ricavi da 23 milioni a 7,5 con perdite di 5 milioni in tre anni che hanno saputo bruciare l’intero patrimonio), a pochi giorni dalla presentazione del piano industriale di Geo (la società creata dalla Giplanet di Luca Griggio e Andrea Olivi per gestire in affitto dai francesi le iniziative della Fiera di Padova e rilanciare i padiglioni) è arrivata la doccia fredda.
I soci pubblici (Fiera Immobiliare, la società composta da Comune di Padova e Camera di Commercio e per una parte residuale dalla Provincia di Padova) hanno deciso di non sottoscrivere l’aumento di capitale concordato inizialmente con i francesi (200 mila euro per il pubblico, 800 mila per i privati) e di mantenere una presenza simbolica nella compagine societaria con l’acquisto di una sola azione. Non solo. Nei giorni scorsi si è moltiplicato il «fuoco amico» nei confronti di Geo tanto che lo stesso Andrea Olivi si è detto pronto a uscire dalla partita giudicando «intollerabile finire in mezzo alla campagna elettorale».
Presidente Zilio, a Padova state distruggendo una Fiera per motivi politici?
«Macché politica. Nessuno sta distruggendo niente. E soprattutto la campagna elettorale non c’entra nulla con tutta questa vicenda».
(Fernando Zilio, presidente della Camera di Commercio di Padova, è stato il regista dell’operazione contraria all’aumento di capitale. La sua decisione di fatto mette a rischio il contratto d’affitto dei francesi e di conseguenza la permanenza di Geo a Padova)
Allora perché ha bloccato l’aumento di capitale?
«Perché esistono delle regole che vanno rispettate»
Cioé?
«Primo: la legge Madia dice che gli enti pubblici come la Camera di commercio devono dismettere le partecipate non strategiche; secondo: il bilancio di PadovaFiere non è così trasparente da meritare fiducia; terzo: nessun imprenditore sano di mente investe in una società che gli ha già fatto perdere milioni di euro»
La Camera di commercio ha investito senza problemi nell’Interporto. La legge Madia vale solo per la Fiera?
«Che c’entra? Si tratta di due cose diverse. La Fiera è attività privata, l’interporto è pubblico ed è strategico per la città»
E la Fiera no?
«La Fiera è importante e io infatti sono al fianco di Olivi»
Prego?
«Certo. Geo è invitata ad andare avanti con i progetti e a non preoccuparsi. Il nostro interlocutore è Gl Events. Il problema non è con Olivi, è con i francesi che non sono stati ai patti tutti questi anni»
Ma come può Geo investire senza sapere quale sarà il futuro della Fiera?
«I francesi hanno un contratto fino al 2033. Non sono andati via fino ad adesso, dubito che scappino da un giorno per l’altro. E poi, se vanno via i francesi arriva un commissario. Non è che la Fiera chiude. Lo ripeto: Olivi ha tutti gli elementi per andare avanti con le iniziative fieristiche senza preoccupazioni. Con la minaccia di lasciare la partita si fa male da solo perché preoccupa i fornitori. E poi, diciamolo, lo sapeva».
Che cosa sapeva?
«Quando ci siamo incontrati la prima volta in occasione della prima presentazione del progetto, gli ho detto che accoglievo con soddisfazione e sorpresa l’arrivo di Gi Planet a Padova e gli ho ricordato che c’è l’affitto da pagare. Olivi sa quello che fa. Se ci sono problemi se la veda con i francesi»
Ma siete voi che non avete voluto fare l’aumento di capitale, i francesi in questo caso non c’entrano nulla.
«Anche qui serve una precisazione: l’aumento di capitale è stata una decisione presa da Gl Events senza consultarci. I soldi dell’aumento di capitale avrebbe dovuti metterli Fiera Immobiliare che non ha un euro in cassa visto che i francesi, con la loro gestione, hanno bruciato buona parte del capitale della Fiera».
Vero. Ma come la mettiamo con il futuro della Fiera?
«E con il presente?»
Cioé?
«Gli enti pubblici non hanno l’elastico. Le regole sono rigide. Noi le rispettiamo. E gli altri?»
È uno slogan elettorale?
«No. È una questione di rispetto del denaro pubblico. Se a qualcuno le regole stanno strette non so che farci. Ma noi andiamo avanti. Le cause legali non mi hanno mai spaventato»