Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Case alle Terme e a Roma sequestrato il tesoro di Claudio
La moglie lo scarica: faceva tutto lui
PADOVA Scandalo tangenti, la Finanza ha sequestrato il tesoro dell’ex sindaco di Abano, Luca Claudio: appartamenti alle Terme e a Roma. La moglie lo scarica: «Faceva tutto lui».
PADOVA Luca Claudio, ultimo atto per questo 2016 che ha sancito la fine del suo «impero». La Guardia di Finanza di Padova ha eseguito ieri mattina il sequestro di un milione e 800mila euro tra case e appartamenti a lui riconducibili, comprate con soldi delle tangenti e con altro denaro che lo stesso ex sindaco di Abano Terme in carcere proprio con l’accusa di aver preso tangenti, durante gli interrogatori non è riuscito a giustificare. I dispositivi del sequestro sono due. Uno, da 384mila euro per Claudio e 81mila a carico del presunto complice Massimo Bordin (ex sindaco di Montegrotto), è «preventivo per equivalente finalizzato alla confisca» e riguarda conti e case foraggiati con le tangenti in parte confessate e in parte attribuitegli dal giudice. L’altro è un «sequestro per sproporzione»: 1milione e 420 mila euro di immobili, tra cui un appartamento a Roma da 350mila euro, comprati con denaro che non si sa bene da dove arrivi. L’ex sindaco, che ha patteggiato una pena di 4 anni, ha infatti dichiarato un reddito di poco superiore ai 47mila euro lordi l’anno di media tra il 2001 e il 2014.
Gli uomini del Gruppo Padova della Guardia di Finanza, guidati dal tenente colonnello Luca Lettere, hanno posto ieri i sigilli a 11 appartamenti (tutti alle Terme) riconducibili alla società immobiliare «Soleluna srl» e alla «Rls srl», «cartiera» che serviva a trasformare false consulenze in tangenti. E poi c’è un appartamento a Roma del valore di 350mila euro intestato alla moglie di Claudio, Stefania Bisaglia, segnalata in Procura per il reato di riciclaggio, e a suo fratello Marco, cui l’immobile era cointestato. Sentita dagli investigatori, la Bisaglia però si difende dicendo che il marito le presentava solo carte da firmare, che decideva tutto lui. Di fatto anche lei lo scarica, quindi, come hanno fatto molti degli ex complici di Claudio, finiti come lui nei guai per le tangenti. Tutti gli appartamenti erano stati acquistati mediante l’accensione di un mutuo con la Banca di Credito Cooperativo di Sant’Elena, proprio per questo nel 2015 era stato sentito anche il vicedirettore generale dell’istituto di credito Giampiero Battistella. E lui ha ribadito ciò che i finanzieri sospettavano da tempo: tutte le società che ruotavano attorno a Luca Claudio, pur se in modo non ufficiale, erano gestite da lui.
Era lui che muoveva i soldi, pertanto erano suoi anche i mutui accesi per comprare gli appartamenti. La gran parte della ricchezza ora sequestrata, come ha ricostruito la Finanza, è stata accumulata durante gli anni in cui Claudio era sindaco di Abano o Montegrotto. Se non è stato pagato con tangenti (gli investigatori non sono riusciti a dimostrarlo) è da chiarire come ha fatto nel 2009 l’ex sindaco a comprare, con un reddito pari a 35mila euro, un immobile dall’importo di 165mila euro. O come, nel 2010, con un reddito di 31mila euro abbia potuto acquistare un’altra casa da 128mila euro. E negli anni successivi il ritornello non cambia, anzi, le uscite aumentano: nel 2012 i coniugi Claudio hanno ristrutturato la loro villa con piscina a Montegrotto (non sequestrata perché frutto di un lascito) e nello stesso anno Claudio ha versato 170mila euro al curatore fallimentare dell’hotel Caesar Terme srl. Nel conto vanno messi anche i due-tre viaggi l’anno che la coppia si concedeva in Brasile.
Risparmiato dai sigilli della Finanza un appartamento intestato alla «Soleluna» a Montegrotto, per il quale è stata rilasciata una procura a vendere a favore del Comune di Abano Terme, disposta come conditio sine qua non per poter accedere al patteggiamento. Sono passati sei mesi dal 23 giugno scorso, quando l’impero di Claudio ha cominciato a scricchiolare sotto i suoi piedi con il primo arresto. Qualche settimana dopo c’è stata l’altra batosta, quella per la bonifica dell’ex Fidia, e infine ora spunta la nuova ombra sulla gara da 8 milioni per i rifiuti vinta da AgecgasAps, i cui sviluppi potrebbero arrivare tra alcuni mesi. Intanto Claudio rimane in carcere a Padova perché il giudice ha deciso che a casa sarebbe ancora pericoloso, e poi perché il patteggiamento per lui è solo un modo per chiudere velocemente il caso. Nei suoi gesti e nelle sue parole il giudice non ha intravisto un barlume di pentimento.
Il dispositivo Ce n’è uno a Roma da 350mila euro, comprato con denaro che non si sa da dove provenga