Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
PROFUGHI, LE STELLE SONO TANTE
Un cortocircuito. Al primo (vero) test la gestione di profughi e richiedenti asilo - il Movimento 5 Stelle mostra la sua disomogeneità in uno scontro tra vertici e base. Scontro ideologico e anche di potere, dove le voci potenzialmente dissonanti alla visione del capo. Anche in Veneto, dove si articolano posizioni e mille anime diverse. Tutto è nato dal post di Beppe Grillo sui profughi: «Ora è il momento di proteggerci, bisogna mandare via tutti gli irregolari e riscrivere Schengen e Dublino». Sembra scritto da Salvini, invece porta la firma di Grillo. E sancisce la virata dei Cinque Stelle verso quel consenso tradizionalmente inseguito dal Carroccio. Al punto che qualcuno, recentemente, ha teorizzato una possibile alleanza tra i due radicalismi sulla scena politica italiana. Peccato che una parte del movimento la pensi diversamente. E non da oggi. Già nel gennaio 2014, il 63 per cento dei grillini (25mila attivisti sugli 80mila registrati online) si dichiarò favorevole all’abolizione del reato di clandestinità. E non è un mistero che nel movimento vi sia una parte ideologica assolutamente ascrivibile al pensiero di sinistra. Vero è che siamo ancora angosciati dalla strage di Berlino di Anis Amri ma luoghi comuni, facili equazioni e analisi superficiali, certo non aiutano a trovare la quadra davanti all’enormità di un fenomeno come l’immigrazione e la relativa accoglienza di profughi e richiedenti asilo. In Veneto si contano almeno altri due casi (pesanti) di dissenso rispetto alla posizione di Grillo.
Il deputato veneziano Emanuele Cozzolino, davanti alla vicenda della carte d’indentità negate per profughi e richiedenti asilo in attesa dello status, scrisse una lettera di fuoco al governatore Zaia. «Invitare i sindaci alla disobbedienza, non concedendo le carte d’identità è un gesto irresponsabile. Zaia deve dare disponibilità per l’accoglienza diffusa». Parole chiarissime, sicuramente più a sinistra del Pd, visto che diversi sindaci di centrosinistra proprio sui documenti ai rifugiati hanno storto il naso chiedendo chiarimenti al governo. Un altro caso eclatante «dissonante» rispetto al Grillo-pensiero è Alvise Maniero, sindaco pentastellato del Comune di Mira. Che accoglie costruttivamente 150 profughi. Proprio questo giornale ieri ha tracciato una mappa veneta su lavoro e profughi: 400 nuove assunzioni grazie ad un permesso ad hoc, sempre in attesa del riconoscimento dello status. Un esempio di sinergia fra operatori economici e Regione. Nonostante il fenomeno migratorio porti mille contraddizioni e sia estremamente complesso per l’accoglienza, è almeno una atto concreto, un approccio pragmatico. L’esatto opposto del M5S. Che già il 28 luglio 2015 aveva esibito una posizione superficiale e poco pragmatica davanti alle proteste in strada dei migranti contro la qualità dell’accoglienza a Este e Eraclea. In quell’occasione, il capo-gruppo grillino in Regione Jacopo Berti sentenziò: «L’unica soluzione è non accogliere i profughi». In pillole: non affrontare il problema. Certamente di difficile gestione. Ma non tentare risposte con azioni che non siano solo dire no è demagogia. L’Italia, con la Spagna, è il primo approdo naturale per quest’umanità dolente, i migranti. Ma al riguardo il M5S ha cento anime e mille posizioni diverse. Un cortocircuito.