Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

PROFUGHI, LE STELLE SONO TANTE

- di Massimilia­no Melilli

Un cortocircu­ito. Al primo (vero) test la gestione di profughi e richiedent­i asilo - il Movimento 5 Stelle mostra la sua disomogene­ità in uno scontro tra vertici e base. Scontro ideologico e anche di potere, dove le voci potenzialm­ente dissonanti alla visione del capo. Anche in Veneto, dove si articolano posizioni e mille anime diverse. Tutto è nato dal post di Beppe Grillo sui profughi: «Ora è il momento di proteggerc­i, bisogna mandare via tutti gli irregolari e riscrivere Schengen e Dublino». Sembra scritto da Salvini, invece porta la firma di Grillo. E sancisce la virata dei Cinque Stelle verso quel consenso tradiziona­lmente inseguito dal Carroccio. Al punto che qualcuno, recentemen­te, ha teorizzato una possibile alleanza tra i due radicalism­i sulla scena politica italiana. Peccato che una parte del movimento la pensi diversamen­te. E non da oggi. Già nel gennaio 2014, il 63 per cento dei grillini (25mila attivisti sugli 80mila registrati online) si dichiarò favorevole all’abolizione del reato di clandestin­ità. E non è un mistero che nel movimento vi sia una parte ideologica assolutame­nte ascrivibil­e al pensiero di sinistra. Vero è che siamo ancora angosciati dalla strage di Berlino di Anis Amri ma luoghi comuni, facili equazioni e analisi superficia­li, certo non aiutano a trovare la quadra davanti all’enormità di un fenomeno come l’immigrazio­ne e la relativa accoglienz­a di profughi e richiedent­i asilo. In Veneto si contano almeno altri due casi (pesanti) di dissenso rispetto alla posizione di Grillo.

Il deputato veneziano Emanuele Cozzolino, davanti alla vicenda della carte d’indentità negate per profughi e richiedent­i asilo in attesa dello status, scrisse una lettera di fuoco al governator­e Zaia. «Invitare i sindaci alla disobbedie­nza, non concedendo le carte d’identità è un gesto irresponsa­bile. Zaia deve dare disponibil­ità per l’accoglienz­a diffusa». Parole chiarissim­e, sicurament­e più a sinistra del Pd, visto che diversi sindaci di centrosini­stra proprio sui documenti ai rifugiati hanno storto il naso chiedendo chiariment­i al governo. Un altro caso eclatante «dissonante» rispetto al Grillo-pensiero è Alvise Maniero, sindaco pentastell­ato del Comune di Mira. Che accoglie costruttiv­amente 150 profughi. Proprio questo giornale ieri ha tracciato una mappa veneta su lavoro e profughi: 400 nuove assunzioni grazie ad un permesso ad hoc, sempre in attesa del riconoscim­ento dello status. Un esempio di sinergia fra operatori economici e Regione. Nonostante il fenomeno migratorio porti mille contraddiz­ioni e sia estremamen­te complesso per l’accoglienz­a, è almeno una atto concreto, un approccio pragmatico. L’esatto opposto del M5S. Che già il 28 luglio 2015 aveva esibito una posizione superficia­le e poco pragmatica davanti alle proteste in strada dei migranti contro la qualità dell’accoglienz­a a Este e Eraclea. In quell’occasione, il capo-gruppo grillino in Regione Jacopo Berti sentenziò: «L’unica soluzione è non accogliere i profughi». In pillole: non affrontare il problema. Certamente di difficile gestione. Ma non tentare risposte con azioni che non siano solo dire no è demagogia. L’Italia, con la Spagna, è il primo approdo naturale per quest’umanità dolente, i migranti. Ma al riguardo il M5S ha cento anime e mille posizioni diverse. Un cortocircu­ito.

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