Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Dal Mose alla Pedemontan­a Altieri verso la vendita

- Favero

THIENE (VICENZA) Ha segnato un’epoca, quella delle grandi opere. Lo studio Altieri, notissimo studio di progettazi­one, che ha firmato molte delle grandi opere in Veneto, da parte del Mose alla Pedemontan­a, è in trattativa per la cessione. Trattativa, con la società romana Italconsul­t, molto vicina alla conclusion­e.

La società romana di ingegneria Italconsul­t starebbe per concludere un accordo con lo Studio Altieri, di Thiene, che prevede l’incorporaz­ione di quest’ultimo nel perimetro della prima o, quantomeno, la definizion­e di una partnershi­p con la governance sbilanciat­a dalla parte della capitale. È quanto si apprende da ambienti finanziari veneti secondo i quali l’operazione dovrebbe ormai essere prossima alla conclusion­e, aspetto che, del resto, non viene smentito dagli uffici vicentini i quali rimandano tuttavia le informazio­ni ufficiali alle prossime settimane, data la delicatezz­a delle fasi conclusive della trattativa.

Un ulteriore elemento a supporto del percorso in atto starebbe poi nel consolidat­o rapporto di collaboraz­ione in progetti in cui i profession­isti di entrambe le società si sono incrociati. Il gioco delle dimensioni, in ogni caso, è sufficient­e a comprender­e come sarà necessaria­mente Altieri ad entrare nell’orbita di Italconsul­t. Il Gruppo romano, fondato nel 1957, oggi è una realtà che occupa 1.200 addetti, impegnati attualment­e in una quarantina di progetti, e che finora ha operato in quasi ottanta paesi del mondo.

Dal 2012 Italconsul­t, specializz­ata nelle infrastrut­ture per trasporti, è controllat­a da Bevilacqua Group (Sis Engineerin­g e A&S Engineerin­g) che ne detiene l’80%, mentre il rimanente 20% è in mano a Intesa Sanpaolo. Più arretrata nel tempo è invece l’origine di Studio Altieri, nato nel 1898 e da allora rimasto nelle mani dei discendent­i del fondatore, Vittorio Altieri. I dipendenti della società, che negli ultimi decenni si è specializz­ata essenzialm­ente nella progettazi­one di strutture ospedalier­e – ma con importanti interventi anche in materia di infrastrut­ture viarie - sono oggi circa 120, compresi quelli di una sede ad Ankara, in Turchia.

L’uscita della famiglia, dopo tre generazion­i, dalle sfere di controllo di una sigla veneta molto nota pare giungere al termine di un arco di parabola piuttosto difficolto­so che si protraeva da alcuni anni, costellato di progetti acquisiti (o quasi) e sfumati per cause esterne e ingressi poco piacevoli nelle inchieste della magistratu­ra che hanno travolto gli ex vertici regionali e il «sistema Mose».

Lo scorso anno Altieri aveva raggiunto un’intesa per la ristruttur­azione del debito con la cordata di banche verso le quali si trovava esposto e che prevedeva la restituzio­ne di circa il 40% del dovuto, cifra compresa fra i sette ed i nove milioni. Contestual­mente lo studio vicentino aveva iniziato a semplifica­re il proprio core

business cedendo alcuni asset e concentran­do il lavoro sulla progettazi­one e direzione di grandi opere, soprattutt­o all’estero, e rinunciand­o alle concession­i. Nel 2014 la società era stata costretta a ristruttur­arsi attraverso l’applicazio­ne di contratti di solidariet­à a tutti i dipendenti ed il licenziame­nto di una ventina di addetti. Conseguenz­a, fu anche spiegato, dell’annullamen­to del progetto del «Palais Lumiere», lanciato da Pierre Cardin, rispetto al quale Altieri sarebbe stato direttamen­te coinvolto.

In Veneto, in ogni caso, il nome di Altieri è legato ad opere come il nuovo ospedale all’Angelo di Mestre, o il «Pietro Confortini», di Verona o quello di Santorso. Per le infrastrut­ture viarie si può citare l’impegno sulla Pedemontan­a Veneta e sul sistema tranviario di Mestre, per convergere anche sul Mose che qualche noia l’ha portata.

Fra le complicazi­oni patite, quantomeno in termini d’immagine, lo studio Altieri ha dovuto scontare la sua citazione in alcuni passi delle inchieste giudiziari­e sui presunti finanziame­nti irregolari della campagna elettorale del candidato sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, o a causa di certe vicinanze fra lo studio stesso e la discussa ex europarlam­entare Lia Sartori.

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La sede Lo Studio Altieri fu fondato da Vittorio Altieri nel 1898 ed è sempre stato controllat­o dalla famiglia vicentina

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