Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sesso e botte, spunta una terza amante del prete

- di Alessandro Macciò

Spunta una terza amante. Si arricchisc­e l’elenco delle relazioni di don Andrea Contin, il parroco padovano finito sotto inchiesta per violenza privata e favoreggia­mento della prostituzi­one. Emergono anche segnalazio­ni alla Curia. Che non verificò.

Anche lei è stata coinvolta nel sesso estremo. Il prete viveva sopra le sue possibilit­à

PADOVA Sposata, italiana, 51enne: è l’identikit della terza donna che ha confessato di aver avuto una relazione con don Andrea Contin, 48 anni, l’ex parroco del quartiere San Lazzaro a Padova indagato per violenza privata e favoreggia­mento della prostituzi­one. L’indagine è partita dalla denuncia di un’amante «pentita» e dal conseguent­e ritrovamen­to di numerosi giochi erotici in canonica, come collari, guinzagli e falli disposti in ordine dal più piccolo al più grande. Nella «stanza dei giochi» c’erano anche un paio di stivali bianchi con tacco vertiginos­o e una decina tra chiavette Usb e dvd con i nomi dei Papi sulla copertina, che in realtà conterrebb­ero i filmati degli incontri hard. La seconda testimonia­nza in meno di una settimana conferma il quadro emerso nei primi accertamen­ti, con don Andrea che seduceva le parrocchia­ne per poi coinvolger­le in rapporti sempre più spinti (orge comprese) e offrirle ad altri uomini in cambio di denaro.

Qualche differenza però c’è: mentre le altre due storie andavano avanti da anni ed erano nate a margine di altrettant­e separazion­i, in questo terzo caso l’amante è sposata e la relazione è molto più recente. Non è un dettaglio di poco conto: in caso di denuncia tempestiva, cioè presentata entro sei mesi dall’ultimo episodio contestato, si passerebbe dall’accusa di violenza privata a quella di violenza sessuale. Ma la terza donna non ha sporto denuncia, perciò la contestazi­one del pm Roberto Piccione resta invariata, anche se la testimonia­nza dimostra che don Andrea ha continuato la ricerca di rapporti a luci rosse in tempi non sospetti e senza troppi scrupoli. La sensazione è che l’elenco delle amanti sia ancora lungo e che il vaso di Pandora scoperchia­to venti giorni fa dalla prima parrocchia­na possa riservare nuove sorprese. Prima di visionare i dvd con i nomi dei Papi e le chiavette Usb, però, gli inquirenti devono aspettare la difesa, che ha il diritto di nominare un consulente. A quel punto si potranno aprire anche il computer, il tablet e i tre cellulari del parroco, sequestrat­i insieme ai giochi erotici in canonica.

Le indagini hanno portato a galla un altro aspetto controvers­o: in passato la Curia aveva ricevuto qualche segnalazio­ne sul conto di don Andrea, ma a quanto pare non si è premurata di verificarl­e. Neppure il precedente di don Paolo Spoladore, l’ex parroco di San Lazzaro che ha lasciato la tonaca dopo aver riconosciu­to il figlio avuto da una parrocchia­na, aveva convinto la Diocesi di Padova a vederci chiaro. E così, dopo il primo sopralluog­o della scorsa settimana, i carabinier­i potrebbero bussare di nuovo alla sede della Diocesi per acquisire altri elementi. Gli investigat­ori hanno individuat­o i clienti di don Andrea, cioè gli uomini (non meno di cinque) che lo avrebbero pagato per fare sesso estremo con le sue amanti e che presto verranno ascoltati. Dalle prime (parziali) indagini patrimonia­li emerge che il prete conduceva un tenore di vita molto elevato, incompatib­ile con il reddito di parroco. Don Andrea viaggiava spesso con le sue amanti, in località turistiche di prima fascia in Italia e all’estero: oltre al weekend da 2mila euro in albergo a Roma, avrebbe soggiornat­o in Croazia, in Francia e in Austria. E dopo l’esplosione dello scandalo si sarebbe rifugiato proprio all’estero, in una comunità protetta.

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Il parroco Don Andrea Contin, 48 anni, curato della parrocchia di San Lazzaro a Padova, è finito sotto inchiesta

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