Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il costituzionalista boccia il canguro anti-opposizione Ciambetti: è tutto regolare
VENEZIA A due mesi dall’approvazione della riforma sanitaria, il simil-canguro e la quasighigliottina fanno ancora discutere. Al punto che il gruppo regionale del Partito Democratico ieri ha deciso di rendere noto il parere del costituzionalista Francesco Pizzetti, secondo cui il regolamento consiliare sarebbe stato calpestato durante il concitato dibattito sulla riduzione delle Usl. Così a Ferro Fini si riaccende lo scontro politico e istituzionale.
Dopo 16 settimane e 130 ore di aula, con l’attivazione del «jolly» (e cioè l’eliminazione del contingentamento dei tempi) da parte del Pd, lo scorso 20 ottobre il consiglio regionale aveva varato la nuova legge, che ha previsto l’istituzione dell’Azienda Zero e il taglio delle Usl da 21 a 9. Su questo punto la discussione si era però incagliata, visto che gli emendamenti delle minoranze ne suggerivano 12, 7 e 10. Ad un certo punto il presidente Roberto Ciambetti aveva così deciso di modificare l’ordine del voto, facendo precedere la proposta della giunta a quelle dell’opposizione, che di fatto in questo modo erano state neutralizzate. Una mossa avallata dal segretario generale Roberto Valente.
Ora arriva il parere di Pizzetti: «Pare a me che la condotta tenuta dal presidente del consiglio regionale debba essere censurata senza riserve». Il docente reputa infatti che non sussistessero esigenze di «economicità e chiarezza» tali da giustificare la «tagliola» sugli interventi. Replica Ciambetti: «Mi sono mosso sui binari del regolamento, che mai è stato impugnato». Aggiunge Valente: «Sono state applicate le stesse regole di Camera e Senato».
Ma il Pd insiste, annunciando che a gennaio depositerà la censura a Palazzo, «come contributo per una necessaria riflessione che riporti l’assemblea legislativa regionale a una normale vita democratica». Anche Ciambetti e Valente rilanciano, convocando per fine mese «un seminario con i dirigenti di Montecitorio e Palazzo Madama». La guerra continua.