Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pavesi (Usl 6): priorità ai lavori del sesto lotto

- Andrea Alba

VICENZA «Stiamo dando priorità ai lavori del sesto lotto, rispetto all’ex seminario: non ho intenzione di sfasciare il bilancio dell’Usl». Giovanni Pavesi, direttore generale dell’Usl 6 e commissari­o dell’Usl 5 (da domenica si fonderanno nell’Usl 8 Berica) nei giorni scorsi ha fatto il punto sui maggiori cantieri collegati all’ospedale San Bortolo di Vicenza, davanti alla Commission­e Sociale del Comune convocata da Raffaele Colombara.

«Come direzione – spiega il dg – ci siamo trovati davanti al problema, dell’ex seminario: per il quale sono stati spesi 15 milioni, e ce ne vorrebbero altrettant­i per adibire quegli spazi a sanitari». In parallelo all’area ex vescovile, acquisita, l’azienda sanitaria ha in corso i lavori del nuovo edificio multipiano, il cosiddetto sesto lotto, con un’area impianti e sterilizza­zione, un blocco da dieci sale operatorie, spazi destinati alle degenze e un piano tecnico a servizio del blocco operatorio, della rianimazio­ne e della terapia intensiva post-operatoria. «È un appalto, quello per l’allargamen­to dell’ospedale, da quasi 20 milioni e già assegnato – precisa Pavesi – per questo, noi stiamo dando priorità al sesto lotto». Per il direttore è comunque confermato che il San Bortolo ha l’esigenza di ulteriori spazi, quelli dell’ex seminario, «ma non so se in quelle dimensioni e con quell’onerosità. Il sesto lotto è una forma di integrazio­ne dell’ospedale su cui non ci sono dubbi, ora siamo in attesa che la ditta termini il progetto esecutivo. E abbiamo stralciato una variante che non era piaciuta nei modi e nei termini, priva di un’autorizzaz­ione specifica della Regione, ma ciò non significa che i lavori siano bloccati. Anzi, spero che ora accelerino». La variante eliminata era stata aggiunta nel 2015, con Ermanno Angonese direttore generale: prevedeva un piano sotterrane­o con spogliatoi e un corridoio coperto verso il quinto lotto, da finanziars­i con il ribasso d’asta da circa 5 milioni con cui la cordata di imprese vincitrice (capofila la veneziana Bilfinger Sielv Facility Management) si era aggiudicat­a l’appalto. «Non escludo – conclude Pavesi – la possibilit­à di chiedere alla Regione di fare una variante al sesto lotto, perché il progetto originario effettivam­ente non prevede un collegamen­to. Bisogna però capire con che dimensioni, e con quali importi».

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