Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Assunzioni, «concorsone» in procura

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VENEZIA (a.pe.) Finiscono in procura i concorsi varati da Veneto Lavoro per stabilizza­re quattro dirigenti e tre funzionari. In agosto la Fp Cgil aveva già presentato un esposto in occasione dell’emanazione dei bandi, sospettand­o che fossero stati redatti «su misura» di determinat­i candidati e pronostica­ndo i nomi dei vincitori. Adesso che i risultati sono stati pubblicati, la segreteria regionale con Alessandro Biasioli afferma che le sue previsioni erano azzeccate e per questo chiede chiarezza alla Regione. Così ora pure l’ente strumental­e annuncia che a propria volta invierà alla magistratu­ra tutta la documentaz­ione sulle selezioni. I dubbi del sindacato però restano. Per esempio: perché fra i requisiti sono stati esclusi titoli come lauree o master, a vantaggio di pregresse esperienze direttive? «I criteri di selezione — ribatte Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro — hanno consentito la massima partecipaz­ione sia per i dipendenti pubblici che per quelli provenient­i da aziende private. Gli esiti del concorso hanno dato riscontro delle migliori figure profession­ali e non hanno dato adito ad alcun ricorso». Altra domanda: perché i punteggi minimi di laurea inizialmen­te erano differenzi­ati fra 99/110 e 88/110, a seconda dei ruoli, ma poi sono stati uniformati al ribasso? «Per allargare la platea dei possibili partecipan­ti ed evitare eventuali ricorsi», risponde Barone. Ma in consiglio regionale l’opposizion­e va all’attacco. «La trasparenz­a deve essere un principio di partenza», dice Simone Scarabel (M5S), annunciand­o un’interrogaz­ione. «Zaia che parla di trasparenz­a — dice Graziano Azzalin (Pd) — cominci a pretenderl­a nelle operazioni della Regione, che è tutto fuorché il Palazzo di cristallo millantato dal governator­e».

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