Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Unindustria all’attacco da De Poli «Delusi, doveva farsi da parte»
Treviso, Piovesana stronca il nuovo Cda: «Privilegi e nessun rinnovamento»
TREVISO Polemica durissima tra Maria Cristina Piovesana, presidente di Unindustria Treviso (a sinistra) e Dino De Poli (in alto), alla guida di Fondazione Cassamarca da 26 anni, confermato presidente in un cda nel quale ci sono anche la propria segretaria e il fedelissimo Gian Paolo Gobbo. In una lettera aperta Piovesana rompe anni di ottimi rapporti tra enti parlando di una «grande delusione». «Si è persa una occasione per attuare un cambiamento», dice.
TREVISO L’offensiva di Unindustria Treviso contro Fondazione Cassamarca va al di là di qualsiasi spirito natalizio, ed è scontro sul rinnovo dei vertici di Ca’ Spineda. Sono accuse senza precedenti quelle della presidente Maria Cristina Piovesana perché non è solo «un’occasione persa» quella delle ultime nomine nel Consiglio di amministrazione, è molto di più: «Una logica di autoprotezione e conservazione di piccoli privilegi» che esclude i giovani ma rinnova dopo trent’anni l’87enne Dino De Poli alla presidenza.
Piovesana sferra un attacco frontale. Nella sua lettera riconosce il lavoro di De Poli, politico radicato nel territorio, le sue visioni «favorite da disponibilità economiche senza precedenti e irripetibili», le idee e gli investimenti nella cultura. Poi arriva il «ma». «La grandezza di un uomo, che ha servito per tanti anni le istituzioni, si riconosce anche dalla sua capacità di capire quando è arrivato il momento di fermarsi e di fare un passo indietro» perché «quello che poteva dare ha dato». E ancora: «Si è persa un’occasione importante per attuare un cambiamento che i risultati e la situazione della Fondazione indicherebbero come necessario. Mi chiedo anche come sia possibile che non si sia pensato a far entrare in Fondazione qualche giovane in grado di farsi un’esperienza e formarsi. Se non inseriremo nuovi giovani nella vita pubblica e privata, condanneremo la nostra società a un vuoto generazionale di responsabilità». E qui, indirettamente, entra in discussione anche Gian Paolo Gobbo, il nuovo ingresso nel Consiglio dell’eterno patron di Fondazione. Quel Gobbo ex sindaco di Treviso ed ex segretario regionale della Lega Nord. Continua Piovesana: «I meccanismi statutari che rendono possibili queste scelte andrebbero rivisti» affermando che «si è persa anche un’altra occasione per valorizzare le competenze e le specificità di genere», riferendosi alla segretaria di De Poli nominata nel Cda. «Credo sia consentita e legittima un’espressione di grande delusione e la speranza che questo modo di interpretare il proprio ruolo nelle istituzioni possa cambiare al più presto».
De Poli ribatte alla sua maniera e dimostra di non avere interesse in ciò che dice la presidente degli industriali: «La ringrazio per le belle parole e le dico che ha ragione, lascerò. Ma a fine mandato. Se ci sono problemi di altro tipo non voglio essere tirato io per la giacca». Alla parola privilegi sbotta: «Non rispondo nemmeno, privilegi di chi?». E a domande più specifiche commenta che «non mi interessa nemmeno leggere quella lettera. Perché dovevo lasciare? Per soddisfare lei?». Ma si arrabbia ancora di più sul passaggio che tira in ballo Maria Grazia Bortoli: «Non era la mia segretaria, sia chiaro, è una brava persona». Non risponde alle accuse nemmeno Gian Paolo Gobbo. «Non sono d’accordo con quanto ha detto Piovesana, ma non mi interessa entrare in questa discussione».
Il sindaco Giovanni Manildo, nei giorni scorsi, aveva augurato buon lavoro al Cda, ma in disapprovazione con le scelte passate di Fondazione: «De Poli ha fatto errori grandissimi che stiamo ancora pagando. Auspico un forte rinnovamento se non sulle persone almeno sulle idee, e che ci si concentri meno sull’aspetto immobiliare e più sul core business delle fondazioni». Il commento nel centrosinistra è del segretario comunale del Pd Andrea Michielan: «Gli ultimi anni di gestione non sembrano avere molto a che fare con le finalità dello statuto di Fondazione, che sono di respiro più ampio e generoso nei confronti del territorio. Le scelte sulle nomine sono sfacciatamente autoreferenziali».
Piovesana Dove sono i giovani? Nemmeno le donne sono state valorizzate De Poli Lascerò solo a fine mandato. E Bortoli non era la mia segretaria