Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Borgo Berga occupato, sette denunce
Sono gli attivisti del Bocciodromo di Vicenza. Quantificati danni per 50mila euro
VICENZA Sette denunce, le ennesime per i destinatari, volti noti per il loro attivismo in movimenti antagonisti del Veneto e del Bocciodromo. E 50mila euro di danni lamentati dalla proprietà, per il blocco forzato dei lavori. Questo l’esito del blitz registrato all’alba del 21 marzo scorso al cantiere di Borgo Berga e dell’«occupazione» finita il giorno seguente quando l’area è stata liberata al termine di un corteo al grido di «Demolire Borgo Berga - Vicenza».
VICENZA Sette denunce, le ennesime per i destinatari, volti già noti per il loro attivismo in movimenti antagonisti del Veneto. E 50mila euro di danni lamentati dalla proprietà, per il blocco forzato dei lavori durato due giorni.
Questo l’esito del blitz registrato all’alba dello scorso 21 marzo al cantiere di Borgo Berga e dell’«occupazione» finita la sera del giorno seguente, quando l’area è stata liberata al termine di un corteo.
Allora erano state una trentina le persone – attivisti del centro sociale Bocciodromo e di «Vicenza si solleva» – ad introdursi nel cantiere della società Sviluppo Cotorossi alle spalle del tribunale. Tutti col volto coperto da passamontagna nero e arcobaleno. Due di loro in particolare erano riusciti a salire sulla gru e da lì avevano srotolato un lenzuolo bianco con la scritta: «Demolire Borgo Berga - Vicenza si solleva». «Area sequestrata dal basso» e «22/3 ore 20.30 fiaccolata» era riportato invece nei due striscioni apposti sulla sommità di due palazzine in costruzione. Altri manifesti di «Vicenza si solleva» si erano divisi appostandosi nei due accessi carrai del cantiere, ovvero in via Leoni e via Oliva, sbarrando gli ingressi con transenne e catene con tanto di lucchetto. Impedendo quindi agli operai di entrare in cantiere e di lavorare. Tanto che Sviluppo Cotorossi, l’impresa che sta costruendo il complesso di Borgo Berga, ha presentato denuncia in questura lamentando di aver subito un danno di circa 50mila euro «per l’impossibilità di accedere al cantiere e svolgere l’attività lavorativa». Il messaggio riportato dagli attivisti sugli striscioni, del resto, era chiaro: «Cantiere abusivo», «Area sequestrata dal basso – Vicenza si solleva». In via Leoni, di fronte alla concessionaria d’auto, era stato allestito anche un gazebo.
Allora la polizia, intervenuta con agenti delle volanti e della Digos, ma anche con il reparto mobile di Padova e i carabinieri, non aveva imposto alcuno sgombero prima del previsto: nessuna azione di forza, così come disposto dal questore Giuseppe Petronzi, solo un presidio per i due giorni di «occupazione».
Ma non ci sono stati sconti per le illegalità riscontrate e i relativi autori. Si tratta di sette attivisti del Bocciodromo di Vicenza che ora devono rispondere dei reati di invasione di terreni ed edifici e violenza privata. Ad identificarli gli agenti della Digos che hanno vagliato attentamente le foto e i filmati registrati dalla polizia scientifica. Per gli investigatori si tratta di «vecchie conoscenze», che hanno già guadagnato altre denunce per reati commessi nel corso di altre manifestazioni pubbliche. L’ultimo episodio è stato proprio il blitz nel cantiere protratto fino alla sera precedente l’udienza di appello presentata dal procuratore capo Antonino Cappelleri sulla richiesta di sequestro della lottizzazione di Borgo Berga perché considerata abusiva. Sequestro che il giudice gli aveva respinto. L’udienza era il 23 marzo. «Che venga decretato il sequestro e successivamente la demolizione del cantiere di Borgo Berga» era l’appello degli attivisti, da sempre contrari a quello che hanno definito un ecomostro.