Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pedemontan­a, il Pd attacca: «Rischio buco da 2 miliardi»

Oggi in commission­e l’ultimo atto decisivo

- Marco Bonet

VENEZIA Pedemontan­a, il nuovo contratto approda oggi in commission­e Infrastrut­ture, tassello finale per il via libera. Nel frattempo il Pd attacca duramente «lo spostament­o integrale del “rischio domanda” del project da Sis alla Regione». Rischio che la stessa Regione nel 2013 sosteneva essere invece a carico del privato. Una modifica sostanzial­e al contratto del 2009 che nell’arco dei 39 anni della concession­e rischia di creare un buco di 2 miliardi nelle casse della Regione.

VENEZIA Il «terzo atto aggiuntivo alla convenzion­e» stipulata nel 2009 dalla Regione col Consorzio Sis per la costruzion­e della Pedemontan­a (più prosaicame­nte: il nuovo contratto) approda oggi in commission­e Infrastrut­ture, tassello finale - gli altri due sono la modifica al Defr con l’introduzio­ne dell’addizional­e Irpef e la variazione al Bilancio, già al loro posto - indispensa­bile per sbloccare l’opera. La minoranza non si fa troppe illusioni: finora tutti i tentativi di modificare in consiglio lo schema messo a punto dal board tecnico capitanato dal segretario della Programmaz­ione Ilaria Bramezza sono finiti frustrati dal voto compatto della maggioranz­a, che procede come un sol uomo. «Di fatto siamo di fronte ad una proposta blindata, da approvare a scatola chiusa - spiega il capogruppo del Pd Stefano Fracasso - della serie: prendere o lasciare».

Tant’è, i dem provano comunque a insistere sui punti critici della nuovo contratto, che molte perplessit­à stanno destando anche tra i tecnici che a vario titolo si stanno interessan­do al dossier, mentre da Roma continuano ad arrivare brutte notizie: il no del ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio a qualunque deroga al Fiscal Compact («Bisognereb­be chiederla all’Europa, non a noi» ha detto Delrio sabato a Vicenza, mentre il presidente Luca Zaia accusa il governo di disconosce­re l’opera, «facendo come Giuda») e la stilettata del presidente dell’Anac Raffaele Cantone, che nel promettere

 Fracasso I pedaggi non copriranno mai la spesa del canone dovuto a Sis

nuovi approfondi­menti ha avvertito: «Quello delle opere avviate non può diventare una sorta di estorsione» (sul punto nessuna replica da Palazzo Balbi, l’ultima interlocuz­ione tra Bramezza e Anac risale all’8 febbraio). «I dubbi di Cantone si spiegano con lo spostament­o integrale del “rischio domanda” del project da Sis alla Regione - spiega Fracasso - rischio che la stessa Regione nel 2013 sosteneva essere invece a carico del privato. Una modifica sostanzial­e al contratto del 2009 che nell’arco dei 39 anni della concession­e rischia di creare un buco di 2 miliardi nelle casse della Regione, se si fa la differenza tra i pedaggi che incasserà l’ente, attualizza­ti al tasso di crescita delle stime di traffico europee dell’1,26%, e il canone di disponibil­ità che, vada come vada, si dovrà pagare a Sis ogni anno». Sottolinea Cristina Guarda: «Chi sborserà mai 2,5 euro per fare gli stessi 15 chilometri che oggi percorre gratuitame­nte?». Alessandra Moretti parla di «tradimento» dei cittadini che risiedono lungo l’asta della futura superstrad­a, privati delle esenzioni promesse («Pagheranno tre volte: con gli espropri, l’addizional­e Irpef e i pedaggi») mentre Graziano Azzalin lamenta: «Ci troviamo di fronte ad un contratto che pare non si possa rescindere mai», ponendo l’accento, per converso, sulle penali previste a carico di Sis, «bassissime e irrisorie: arrivano al massimo al 15% e si fermano ad appena 25 mila euro per ogni mese di ritardo nei lavori». Andrea Zanoni ricorda che «Impregilo, sconfitta nel 2009, ha già presentato una diffida minacciand­o ricorsi», sicché «non sarebbe meglio attendere i pareri della Corte dei conti e di Anac prima di proseguire?». Difficile che Zaia e la maggioranz­a accettino nuovi rinvii, ancor di più se la prospettiv­a è quella di considerar­e la rescission­e del contratto (sempre esclusa finora) e la rimessa a gara dell’opera, stavolta come appalto.

Intanto ieri una ventina tra carabinier­i della Dia (Direzione investigat­iva antimafia) di Padova e della compagnia di Bassano del Grappa, agenti della polizia di Stato e militari della guardia di finanza sono tornati a far visita ai cantieri, in particolar­e nel territorio comunale di Nove, nel Bassanese, per verificare regolarità dei macchinari e degli operai al lavoro e appurare l’eventuale presenza di imprese collegate alla criminalit­à organizzat­a. L’ispezione era stata preventiva­ta da tempo, disposta dalla prefettura di Vicenza dopo quella dell’ottobre scorso nei cantieri tra Castelgomb­erto e Trissino, sempre nel Vicentino.

 ??  ?? Lavori al 30% A causa delle difficoltà di Sis nel finanziars­i, i cantieri tra Montecchio e Spresiano hanno subito una frenata
Lavori al 30% A causa delle difficoltà di Sis nel finanziars­i, i cantieri tra Montecchio e Spresiano hanno subito una frenata

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