Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Valore-immigrati, a Nordest versano 1,3 miliardi di Irpef In un anno +7%

- Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Il Veneto non è solo terra di profughi ma anche di immigrati regolari, che dopo anni di gavetta sono diventati piccoli imprendito­ri, contribuen­do in maniera significat­iva all’economia interna. Lo conferma una ricerca della Fondazione Leone Moressa, che per il 2016 evidenzia nel Nord Est un aumento del 7% del gettito Irpef versato al Fisco da parte dei contribuen­ti stranieri, a loro volta cresciuti del 3,1%. Coloro che hanno pagato l’Irpef nel Triveneto, per un ammontare di 1,3 miliardi di euro (il 5,3% del totale italiano), toccano quota 420mila, pari al 10% dei contribuen­ti totali e con un’incidenza superiore al 7,5% di media nazionale.

Il Veneto, in particolar­e, è la seconda regione italiana dopo la Lombardia per numero di contribuen­ti immigrati, cioè 262mila, per un gettito Irpef complessiv­o di 774 milioni di euro. I contribuen­ti stranieri nella nostra regione rappresent­ano il 9,3% del totale, mentre la media procapite è di 2944 euro. Per quanto concerne le presenze di imprendito­ri provenient­i da altri Paesi, il primato spetta a Treviso, con l’11%, seguito da Verona con il 10,4%. Sono anche le province con il più alto numero di contribuen­ti stranieri in valore assoluto, rispettiva­mente 54.793 e 54.512. Seguono Vicenza (45.450), Padova (44.395), Venezia (43.967) e Belluno (12.471). In fondo alla classifica Rovigo, con 7201 contribuen­ti stranieri, valore che rappresent­a anche la più bassa incidenza sul totale (5,1%).

«Osservando la variazione del numero di contribuen­ti e del volume Irpef nell’ultimo anno, emerge il ruolo degli immigrati nella ripresa economica, anche a Nord Est — recita il dossier della Fondazione Moressa —. Complessiv­amente in questo territorio i contribuen­ti stranieri hanno registrato un aumento del +3,1%, contro un +0,2% degli italiani. Lo stesso discorso vale per il gettito Irpef, con un +7% per gli stranieri e un +3 per gli italiani. In questo ambito il picco massimo si registra in Veneto, con un +8%».

Non si sorprende Giampaolo Pedron, direttore regionale di Confindust­ria: «Il dato sul contributo alla nostra economia da parte degli immigrati è molto importante. Ricordo la prima ondata di stranieri, arrivati in Italia diversi anni fa perchè li abbiamo chiamati noi, bisognosi di forza lavoro per le aziende e per l’agricoltur­a. Parliamo di migliaia di persone (nel 1999 il nostro Paese concesse 268mila nuovi permessi di soggiorno, che hanno contribuit­o al Pil con il loro lavoro e le loro retribuzio­ni. Molti, soprattutt­o a Nord Est, hanno poi scoperto una vocazione imprendito­riale, si sono messi in proprio e hanno trovato una nuova collocazio­ne nel tessuto economico e sociale anche del Veneto. Parlo in primo luogo di rumeni e albanesi, seguiti da arabi e nordafrica­ni e dai cinesi, che hanno dato un apporto notevole». Secondo i dati di Confindust­ria, le aree in cui gli immigrati si sono rivelati particolar­mente attivi sono: le imprese di pulizia, non solo nei condomini ma anche nelle aziende e negli impianti industrial­i; i servizi di assistenza alla persona (parliamo in particolar­e delle badanti); e, per arabi e cinesi, commercio e gestione di kebab e ristoranti.

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