Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Troppe tensioni sindacali, chiude la Coca Cola
NOGARA Tanto tuonò che piovve. Dopo averlo annunciato più volte la settimana scorsa, lo stabilimento della Coca Cola di Nogara chiuderà i battenti. Per eccesso di tensioni sindacali. Provvisoriamente, s’intende. L’azienda che si vanta di «non aver fatto un minuto di cassa integrazione in decenni» ferma la produzione «per motivi di sicurezza», ricorrendo proprio alla Cig. L’annuncio è arrivato ieri pomeriggio e le macchine, che non si fermano mai nel corso dell’anno, sono state stoppate a partire dalle 22. Una scelta fatta «A fronte della difficile situazione che sta perdurando in relazione alle proteste in corso», spiega una nota. Si riferisce al presidio messo in atto nell’ultimo mese da parte di Adl Cobas per contestare l’esubero (con promessa di reintegro) di quattordici addetti alla logistica. E mercoledì scorso il tetto della fabbrica è stato occupato da sei dipendenti.
Per i lavoratori, comunque, la chiusura della fabbrica non si tramuterà in una riduzione dello stipendio. «Consapevole del grande disagio che questa scelta comporta per il personale di Nogara, Coca Cola Hbc Italia si farà carico di tutti gli importi economici necessari per garantire il 100% della retribuzione giornaliera a tutti i dipendenti e per tutte le giornate interessate dalla Cassa Integrazione», annuncia l’azienda spiegando che sta collaborando con le autorità e le forze dell’ordine. L’auspicio è che al più presto lo stabilimento torni in funzione «nel rispetto della legalità e in piena sicurezza per tutti i soggetti coinvolti».La decisione è stata presa alla vigilia dell’annunciata manifestazione dei Cobas, alla quale sono stati invitati gli iscritti del tutto il Veneto. Una coincidenza che ha pesato? «È chiaro che più gente viene qua, più tensione si può creare - commenta Emiliano Maria Cappuccitti, direttore Risorse Umane di Coca Cola Italia, da una settimana “di stanza” a Nogara
- Ci auguriamo solo che la situazione si risolva il più rapidamente possibile, così che le parti (oltre l’Adl, il consorzio Vega Servizi, che gestisce la
parte logistica a Nogara, ndr) possano negoziare. Abbiamo tutto l’interesse a non chiudere ma qua c’è un’oggettiva situazione di pericolo. Non stiamo tranquilli con le persone sul tetto. Abbiamo garantito a tutti il cento per cento dello stipendio: l’azienda aggiunge il venti all’ottanta assicurato dalla Cig. Siamo certi che tutti i dipendenti di Nogara sono con noi». Quanto durerà la chiusura? «Riapriremo non appena ci saranno le condizioni» dice Cappuccitti. Materialmente sarà impossibile farlo prima di venerdì. In ogni caso, la manifestazione, oggi si farà. «L’obiettivo dichiarato fa sapere Adl - è ottenere dal prefetto un tavolo di mediazione per denunciare la gravità della situazione e la totale assenza di volontà da parte di Coca Cola e di tutta la filiera di appalto di risolvere positivamente la vertenza, che ad oggi vede 45 lavoratori a rischio mobilità e le loro famiglie in mezzo alla strada. Chiediamo il reintegro per tutti, eliminando qualsiasi lista di epurazione sindacale nei confronti di Adl Cobas».