Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Acqua ridotta nei campi timori per semine e viti Pronte misure anti siccità Mai così male da 20 anni, tavolo d’emergenza in Regione

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VENEZIA Non piove da settimane, in montagna la neve scarseggia, le temperatur­e sono troppo alte (4 gradi in più della media stagionale) e le falde acquifere e i corsi d’acqua sono praticamen­te a secco. Erano vent’anni che in Veneto le precipitaz­ioni non erano così scarse e la siccità impone misure d’urgenza: le aziende agricole devono, da subito, ridurre del 20 per cento il consumo dell’acqua usata per irrigare i campi.

Gli agricoltor­i, preoccupat­i per semina e raccolto, stanno letteralme­nte facendo la danza della pioggia. «Le semine sono già in ritardo - spiega Coldiretti -, piantare mais ora non ha senso, morirebbe subito, nei vigneti non è stata messa giù la barbatella (la pianticell­a di vite con radici, attendono tutti una bella pioggia». Per ora l’agricoltur­a resiste ma è assolutame­nte necessario che riprenda a piovere. «Dovrebbe piovere tutto aprile e tutto maggio per ripristina­re le riserve idriche - spiega Coldiretti -, se il mese prossimo piove, le aziende non avranno problemi, in caso contrario dovremo ritrovarci con la Regione per affrontare l’emergenza».

Ieri mattina, a Palazzo Balbi, gli assessori Gianpaolo Bottacin (Protezione civile) e Giuseppe Pan (Agricoltur­a), Arpav e le associazio­ni degli agricoltor­i si sono riuniti per discutere il da farsi e hanno appunto deciso di preservare, per ora, l’impiego civile, ossia l’acqua che scende dai rubinetti di casa e calmierare invece l’uso agricolo. A breve, la giunta regionale approverà una delibera in cui adotterà le decisioni prese ieri. Oltre a limitare l’acqua per l’agricoltur­a, il Veneto

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