Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rachele, le fiabe con la morale «Gufi, fiori e le mie tante vite»
In libreria i primi due racconti della scrittrice per bambini padovana
Un po’ Beatrix Potter e un po’ Esopo: ingentilisce la firma con una margherita e quando le arriva l’ispirazione dalla penna le scappano animaletti, si animano, le raccontano le storie che lei prima schizza e colora a matita e poi fissa a computer. E correda con una morale gradita anche agli adulti. Gufi, mucche, procioni, insieme a fiori, bambini e macchinine spuntano fuori quando meno se lo aspetta: mentre gioca per terra con i figli Federico ed Eliana, quando è in cucina, durante la notte, nel silenzio della casa che dorme. Una cascata di capelli rossi, il viso spruzzato di lentiggini e una risata contagiosa: Rachele Favero, padovana, è al debutto come scrittrice per bambini. Su Internet con l’e-book «Freddie la macchinina rossa» e in libreria con «La gufetta blu» e «Il fiore che amava sognare» (Il Torchio), racconti illustrati da lei.
«La Gufetta blu, che gira il mondo per recuperare i desideri dimenticati e restituirli a chi li ha espressi per consentire loro di realizzare i sogni, è la mia amica Marzia, sempre pronta ad aiutare gli altri — racconta Rachele — fa volontariato e le piace il blu. Invece il fiore è nato per caso, mentre disegnavo con Federico: lui si dedicava ai robot e a me è saltato fuori il personaggio del libro, che a causa del vento perde petali e foglia e dopo un primo momento di sconforto si reinventa palloncino. La morale è: se nella vita capita una sfortuna non crucciarti troppo, magari è il primo passo verso un sogno che si avvera. Lo so, sono un’ottimista oltre ogni ragionevolezza». Le storie le vengono così, quando arriva l’ispirazione, magari con il blocco in mano e una penna strana, una penna-pupazzo, che «la estranea dalla realtà». «Invece i primi schizzi risalgono a qualche anno fa, quando lavoravo in un call center — rivela la scrittrice — mentre telefonavo, creavo. Era una delle mie vite: dopo le scuole superiori mi sono iscritta a Biologia perchè volevo studiare i delfini, poi però ho deciso di salvare gli uomini diventando avvocato e allora sono passata a Giurisprudenza, ma non era per me. Alla fine mi sono laureata in Mediazione linguistica e culturale e oggi lavoro in un negozio di animali: alimentano la mia gioia». E infatti ha un cane, due tartarughe e un pappagallo. E un altro libro nel cassetto: «La mucca con gli zoccoli laccati», ispirato a un’amica che ama le mucche e lo smalto. «Sono timida, faccio dire ai miei personaggi ciò che penso e provo — chiude Rachele — un sogno che vorrei trasformare in una professione». La sua ennesima vita.