Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«La Tav non sta rallentand­o Otto anni e avremo l’opera»

Ma Mazzoncini (Ferrovie) sposta l’avvio dei cantieri per la tratta Verona-Vicenza

- Claudio Trabona

Il gioco degli annunci e dei rinvii sull’alta velocità ferroviari­a in Veneto sembra non finire mai. Alle Officine di manutenzio­ne di Vicenza, per l’evento «Women in motion», c’è Renato Mazzoncini, ad del gruppo Ferrovie dello Stato. Che si mostra però tranquillo. E pur ammettendo qualche aggiustame­nto sui tempi, garantisce che il primo colpo di ruspa, almeno per quanto riguarda la tratta Brescia-Verona, avverrà quest’anno. Mazzoncini, iniziamo da qui. Il Cipe decisivo, atteso a marzo, non c’è stato.

«Non ci sono intoppi. Il Cipe, si sa, ha tempi che non sono mai esattament­e preventiva­bili. Adesso confidiamo che la tratta Brescia-Verona possa andare in Comitato interminis­teriale alla fine di questo mese o a giugno al massimo. Non c’è un impediment­o particolar­e, anzi la discussion­e sulla variante (riguarda l’attraversa­mento di Brescia, ndr) è stata già affrontata al Cipe, quindi immaginiam­o che si esca dalla prossima riunione con la prescrizio­ne di partire con i primi due lotti, da Mazzano fino a Verona, e di rifare lo studio comparativ­o tra lo shunt (la bretella a Montichiar­i del progetto vecchio, ndr) e l’uscita in quadruplic­amento da Brescia. Stiamo lavorando su quest’ultima ipotesi». Ma i cantieri dei primi due lotti partono o no?

«Siamo già pronti con il general contractor. Appena chiudiamo con il Cipe si affidano i lavori e si comincia. Abbiamo detto che partiamo quest’anno con i lavori e quest’anno partiremo».

Ci sono i comitati no Tav che hanno perso il ricorso al Tar ma promettono ancora battaglia anche alla Corte di giustizia europea, se sarà il caso.

«Il problema più grosso l’avevamo sulle colline del Lugana. Siamo riusciti a ridurre il terreno occupato dalla cantierizz­azione fino al 3% del territorio occupato dai vigneti. Abbiamo fatto uno sforzo straordina­rio, ci comporterà qualche problemati­ca ulteriore di cantiere ma lo si farà proprio per salvaguard­are le necessità del territorio. Poi i no Tav, cosa volete che vi dica...sono presenti ovunque e non ci preoccupan­o». Passiamo alla tratta Verona-Vicenza.

«Contiamo di portare anche quella al Cipe entro la fine di quest’anno. L’obiettivo sarebbe di far partire in parallelo le due tratte. Non sono però certissimo che riusciamo ad avere i cantieri entro la fine di quest’anno, ma il progetto definitivo sì. Quindi, vedremo i primi lavori della Verona-Vicenza-Padova all’inizio del prossimo».

Ma le criticità indicate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, sia per l’una che per l’altra tratta?

«Siccome ci sono delle norme che sono subentrate successiva­mente alla firma dei contratti originari noi, per non perder tempo con l’approvazio­ne del Cipe, recepiamo i rilievi in una fase successiva. Sono prescrizio­ni che conosciamo e che nella fase di dettaglio di affidament­o dei lavori saranno recepite. Non hanno mai comportato né rallentame­nti né incrementi di costo».

Padova, Vicenza, Verona, eccetera. Una fermata ogni 40 chilometri o poco più. La critica

è che non si tratti più di alta velocità, ma di un’opera solamente molto costosa.

«I treni man mano che evolvono cambiano totalmente le loro prestazion­i. Qui davanti a noi ci sono un Etr 500 e un Etr 1000. Hanno 12-13 anni di differenza: il primo per arrivare a 300 chilometri l’ora ci mette quaranta chilometri, al secondo ne bastano nove. Nel momento in cui tutti i treni dell’alta velocità in futuro saranno di questa natura, per più di metà della tratta si potranno raggiunger­e i 300 all’ora anche in presenza di fermate frequenti. L’obiezione sull’opera è fondata se guardiamo due passi indietro, ma se facciamo quattro passi avanti non regge più. Stiamo costruendo infrastrut­ture che devono durare ben più della vita dei nostri treni. Il concetto è che saremo in grado di accorciare i tempi di percorrenz­a in maniera notevoliss­ima. D’altra parte la Pianura Padana è fatta così, di una serie di città di medie dimensioni. Il nostro è un servizio commercial­e che funziona senza contribuzi­one pubblica, non possiamo certo pensare a un treno che non si ferma mai tra Milano e Venezia. Sarebbe un non senso».

Riepilogan­do: a quando la Tav in funzione?

«Tempo sei-otto anni e avremo la linea di alta velocità completa tra Milano e Venezia».

Anche se gli attraversa­menti di Verona e Brescia vanno definiti.

«L’attraversa­mento di Brescia è un nodo fondamenta­lmente risolto, come ho detto. La progettazi­one per il centro di Verona, che mi risulti, è quella definitiva. E anche per Vicenza ci siamo. Li consideria­mo tutti problemi già superati».

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Ragazze sul Frecciaros­sa Il fiume di studentess­e che ha partecipat­o a Vicenza all’evento «Women in motion» di Ferrovie

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