Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Accusa una coppia di averlo ricattato ora il commercialista viene denunciato
Deve rispondere di sottrazione fraudolenta. Liberi i due conviventi
ARZIGNANO Si era presentato dalla Finanza sostenendo di essere stato ricattato da una coppia di clienti, ma questi ultimi, dopo l’interrogatorio di convalida dell’arresto, sono stati rimessi in libertà dal giudice Barbara Maria Trenti che non ha ravvisato gravi indizi per l’estorsione contestata (riconoscendo casomai l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni), mentre lui, commercialista, è stato denunciato.
La vicenda è quella che venerdì ha visto finire in cella con l’accusa di estorsione Enrico Chilese, 48 anni di Arzignano, con un’attività nel settore del commercio delle pelli, e la convivente romena Ionela Gagea Zorzin, di 37. Stando alle indagini delle fiamme gialle avrebbero ricattato il loro commercialista Maurizio Sedda, pretendendo soldi, minacciandolo che avrebbero rivelato alcune irregolarità che avrebbe commesso, come l’emissione di fatture false a loro favore per ottenere sconti bancari. Ma anche che avrebbero dato corso a una querela presentata a gennaio nei suoi confronti. Per l’appropriazione indebita di una Bmw intestata alla donna e in uso a lui. Un escamotage per aggirare l’ostacolo tasse stando ai militari che hanno denunciato sia la donna che aveva fatto da prestanome sia il commercialista, per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. I conviventi avevano già ottenuto da Sedda 400 euro a inizio mese in un bar della città del Grifo. Altri 500 li hanno avuti venerdì, in un caffè del centro, ed è stato proprio dopo l’affidamento della busta che per la coppia è scattato l’arresto. Appostati nei paraggi c’erano infatti i finanzieri di Arzignano che avevano precedentemente contrassegnato le banconote e che hanno ripreso con una telecamera l’incontro e il momento clou del passaggio di denaro dal professionista a Chilese e Zorzin. Che però si sono difesi con forza, assistiti dagli avvocati Laura Piva e Teobaldo Tassotti. «Avevamo bisogno di denaro per pagare l’avvocato che sta seguendo l’avviamento della nostra società in Romania – è la versione dei due, interrogati separatamente - ; avevamo chiesto 500 euro a Sedda, precisando che si trattava di un prestito, solo di un prestito. E ci sono tanto le registrazioni dei nostri incontri precedenti a provarlo». Il giudice, convalidato il loro arresto, li ha fatti scarcerare. Nel frattempo le indagini della finanza proseguono, anche sulla posizione del commercialista.