Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ora il testimone parla alla webcam
Udienze «in diretta» con Bassano. Il presidente: «Vale per tutti i procedimenti civili»
VICENZA «È un risparmio di tempo e di denaro». Il presidente del tribunale di Vicenza, Alberto Rizzo, va dritto al nocciolo della questione. E intanto accende il televisore della stanza al secondo piano del Palazzo di Giustizia. Sullo schermo compare una scrivania che si trova a quaranta chilometri di distanza, in un palazzo del centro storico di Bassano del Grappa. Non è un film: la città degli Alpini, che negli anni scorsi si è vista «scippare» il tribunale a causa della riorganizzazione decisa dal Governo (che ha fatto convergere tutti gli uffici a Vicenza) presto ritroverà - almeno in parte - gli avvocati che un tempo affollavano le udienze.
L’idea è frutto di un percorso intrapreso da Rizzo ormai un anno fa, iniziato con la possibilità - offerta alle giudicimamma - di discutere le sentenze da casa, e che pare destinato a rivoluzionare il rapporto tra cittadini e Giustizia: i testimoni dei processi civili non saranno più obbligati a presentarsi «di persona» di fronte al giudice, perché potranno farlo in video-conferenza. Sembra una cosa da poco ma è la prima volta in Italia e permetterà ai cittadini di risparmiarsi la scocciatura di lunghe trasferte, che spesso si traducono in perdita di denaro e di intere giornate di lavoro.
Ieri mattina il presidente ha depositato il provvedimento che contiene le disposizioni tecniche e le nuove regole. La sperimentazione è stata fatta con buoni risultati - la scorsa settimana e ora non resta che accendere i computer.
Si parte il 29 maggio quando, per dirimere una controversia, è stato chiamato un consulente bassanese che però - e non era mai accaduto prima - non dovrà neppure fare la fatica di raggiungere il capoluogo: potrà ricevere dal giudice l’incarico restando comodamente nella sua città. A Bassano del Grappa, nella sede del giudice di pace, è stata infatti allestita una sala dotata di schermo e webcam. Lì verranno fatti accomodare consulenti e testimoni, accompagnati da un cancelliere e dagli avvocati di parte. Ripresi in volto dalla telecamere, potranno rispondere alle domande dei magistrati di Vicenza che li vedranno comparire sul monitor dell’aula. Immagini e audio viaggeranno su internet, grazie a un sistema protetto e a prova di hacker.
In fondo, non è molto diverso da quanto accade nei processi di mafia, quando il pentito di turno viene chiamato a testimoniare in «diretta» da una località segreta. La differenza è che qui si tratta esclusivamente dei procedimenti civili, da sempre il nodo più complesso da risolvere quando si affronta il problema dei tempi biblici della nostra Giustizia.
Per capire la portata del cambiamento, basti pensare che Bassano e Comuni limitrofi contano 200mila abitanti per i quali, d’ora in poi, gli avvocati potranno chiedere che siano ascoltati «a distanza». E l’obiettivo è di estendere il servizio anche ad altre zone della provincia. E magari al resto del Veneto.
«Il giudice civile collegato dal tribunale di Vicenza - spiega il presidente Alberto Rizzo potrà parlare con i testimoni che si trovano a Bassano ma anche conferire incarichi e assistere al giuramento dei consulenti. Un sistema che renderà più semplice e fluido il rapporto tra cittadini e tribunale».
Alberto Rizzo Un sistema che renderà più semplice e fluido il rapporto tra cittadini e tribunale
C’è chi la vede come una prova generale in attesa di poter applicare lo stesso sistema anche alle udienze penali: all’orizzonte c’è il maxi-processo alla Popolare di Vicenza, con migliaia di parti civili e decine di testimoni. Impossibile trovare un’aula di tribunale in grado di contenerli tutti. «Molto più comodo - suggeriscono gli avvocati - seguire i lavori in videoconferenza».