Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mostra in Basilica, chieste verifiche
Non solo lo stop del cantiere, la Soprintendenza vuole altri approfondimenti
VICENZA Gli occhi della Soprintendenza continuano ad essere puntati sugli allestimenti per la mostra su Vincent Van Gogh in Basilica. Oltre a richiedere «l’immediata sospensione dei lavori» nella comunicazione firmata dal soprintendente Fabrizio Magani inviata al Comune, e per conoscenza al nucleo dei carabinieri che si occupa di tutela del patrimonio culturale, c’è anche un altro avvertimento: «ulteriori eventuali verifiche da parte degli uffici preposti».
VICENZA Gli occhi della Soprintendenza continuano ad essere puntati sugli allestimenti per la mostra su Vincent Van Gogh in Basilica Palladiana. Oltre a richiedere «l’immediata sospensione dei lavori» nella comunicazione firmata dal soprintendente Fabrizio Magani inviata venerdì al settore Lavori Pubblici del Comune di Vicenza, e per conoscenza al nucleo dei carabinieri di Venezia che si occupa di tutela del patrimonio culturale, c’è anche un altro avvertimento. Ovvero «ulteriori eventuali verifiche da parte degli uffici preposti», il che significa che potrebbero seguire altri controlli da parte delle Belle Arti dopo il sopralluogo di una decina di giorni fa. Per gli sviluppi si deve attendere domani, quando a Verona andrà in scena un tavolo tecnico tra Soprintendenza, Comune e i progettisti dell’allestimento per cercare di superare l’impasse e arrivare alla riapertura del cantiere. Il Comune presenterà una relazione per spiegare le motivazioni dell’allestimento (che ha ricevuto osservazioni di natura tecnica da parte della Soprintendenza) e anche una variante per poter ricevere l’okay al proseguimento.
A non andare bene all’ente culturale, che dipende dal ministero dei Beni Artistici, sarebbero le strutture che si sono cominciate a montare ad inizio mese per sorreggere le preziose opere del pittore olandese e tutti i dispositivi che serviranno a mantenerle intatte. Ma c’è anche un altro fatto che ha richiamato l’attenzione dell’ente che ha sede a Verona: la mancata comunicazione del cronoprogramma di inizio lavori per l’allestimento (un progetto da 350 mila euro firmato dallo studio dell’architetto Edoardo Gherardi), che deve ottenere il benestare della Soprintendenza. Il Comune ha inviato la documentazione a Verona ancora il 7 luglio, ma ha indicato solo la data di inizio della mostra (7 ottobre) e non quella di inizio lavori nel salone (primi di agosto). Da Palazzo Trissino il vicesindaco e assessore alla Crescita Jacopo Bulgarini d’Elci si dice tranquillo: «Non prevedo rischi per la mostra – dichiara – e nemmeno alcun ritardo. Del resto si era partiti presto con i lavori apposta. Conto che nell’incontro di domani si chiarisca tutto». Intanto, con il momentaneo stop e il clamore creato dal caso, l’opposizione si scatena. Il capogruppo della lista Idea Vicenza Francesco Rucco chiede: «Le eventuali modifiche che si dovranno apportare all’allestimento chi le pagherà? Non deve essere il Comune. Sono preoccupato per come l’amministrazione ha gestito la questione». Stessa critica proviene anche dal consigliere del Movimento 5 Stelle Daniele Ferrarin che commenta: «La Soprintendenza e il Centro internazionale di studi di architettura Palladio (Cisa) hanno alzato la “testa”, memori anche della particolare attenzione dell’Unesco nei confronti delle politiche di gestione del territorio vicentino nel contesto palladiano da parte dell’attuale giunta. Come mai le precedenti mostre non sono state oggetto di monitoraggio da parte della Soprintendenza e del Cisa, ma solamente ora dopo l’ispezione da parte del braccio operativo dell’Unesco?».
Ferrarin (M5S) Perché i dubbi arrivano solo ora