Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Fontana a Cortina: «Fondamentalisti, è una guerra. Ma attenti a non generalizzare»
CORTINA D’AMPEZZO «Frenare la diffusione delle fake news è un compito che abbiamo noi giornalisti. Nella nostra professione quotidiana. Non credo che lo possa fare lo Stato, tantomeno con fantomatici ministeri della verità o dell’informazione». La versione di Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, è tutta qui. Parla a «Una Montagna di Libri» a Cortina, il tema è spinoso e attualissimo: «Fatti alternativi», quelli che dal basso – le leggende metropolitane – e dall’alto – gli interventi del potere – minano l’autorevolezza della stampa. «Sia chiaro, qui tutti abbiamo responsabilità», chiarisce Fontana, parlando al Miramonti Hotel. «Ma non sarei troppo pessimista. Proprio il New York Times in questi mesi festeggia il boom delle sottoscrizioni di abbonamenti: in un’era di fatti contesi, il ruolo di giornali che offrano un’informazione di qualità, ponderata, competente, è più apprezzato». Non è vero, sottolinea, che Trump abbia vinto grazie alle fake news: «Può consolare qualche suo oppositore, ma le ragioni che lo hanno portato alla Casa Bianca sono più profonde, sono politiche e sociali». Quanto all’Italia, «non vedo particolari attacchi all’informazione che non siano quelli che dalla politica sono sempre venuti. Anzi, a costo di scontentare qualcuno, dirò che proprio Berlusconi era assai meno irrispettoso di quello che si può pensare: le sue sfuriate duravano, leggendariamente, al massimo un giorno». Fontana passa in rassegna i temi d’attualità: «Una guerra ci è stata dichiarata, quella del fondamentalismo islamista. Dobbiamo riconoscerlo. E al tempo stesso, dobbiamo fare attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio. Sarebbe un grave errore». Delle prossime scadenze politiche. «I Cinque Stelle? Li vedo un po’ in calo. Ma non significa che non si preparino a raccogliere molti consensi. A cominciare dalle regionali in Sicilia». Renzi? «È stato molto amato da Berlusconi, lo considerava quasi un erede, quello che non ha avuto tra i propri delfini» Gentiloni? «Ha un passo felpato. A me ha detto: faccio il mio lavoro sott’acqua. Ma sta preparando molte cose perché, anche sott’acqua, la prossima legislatura la prosegua lui».