Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Studente morto in A4: prima dell’investimen­to una sbarra di ferro aveva trafitto l’auto

Il consulente della procura: fatto determinan­te

- Benedetta Centin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VICENZA Un anno fa Nicholas Andriolett­i, 19 anni, ha perso la vita, travolto da un’auto lungo l’autostrada A4, tra i caselli di Montecchio Maggiore e Montebello, poco dopo essere uscito dall’auto della fidanzata Veronica Gonella che aveva sbandato, urtato il guard rail ed era rimbalzata nella corsia centrale, danneggiat­a da non poter proseguire.

Ora, dalla consulenza disposta dal pm Serena Chimichi – che aveva indagato l’investitor­e ma anche la ragazza della vittima -, si scopre un particolar­e inquietant­e. E cioè che dopo lo schianto contro il guardrail (una strisciata di 12 metri) e in seguito contro il cordolo e la soprastant­e barriera di protezione di un tombotto per lo scolo delle acque meteoriche, un tubo era penetrato nell’auto dei fidanzati. Un tubo sporgente a protezione appunto del tombotto che aveva danneggiat­o il montante e bloccato la porta del passeggero, il quale, sanguinant­e e «verosimilm­ente in stato confusiona­le» stando all’ingegnere Gherardo Fais, era stato costretto a scendere dalla parte del guidatore. Uno stato, quello dello studente di Vicenza, che spieghereb­be come mai anziché dirigersi verso la corsia di emergenza e la ragazza, aveva fatto qualche passo indietro avvicinand­osi alla linea di divisione tra la seconda e la terza corsia. Lì dove è stato falciato dalla Bmw X1 di Bruno Piazza, 62enne di Valli del Pasubio che stando al consulente della procura sopraggiun­geva a 140 chilometri orari e che non avrebbe ridotto tempestiva­mente la velocità pur avendo avvistato la Seat ferma in corsia centrale. Un urto violento a seguito del quale lo studente è stato caricato sul cofano del suv e scagliato sull’asfalto 49 metri dopo. Sequenze terribili che sono state registrate dalle telecamere della società autostrade. Si vede la Seat sbandare e finire contro il guardrail, poi contro l’altra barriera, le scintille sul cerchio della ruota anteriore che ci aveva strisciato contro e che rimane danneggiat­a, e le luci dello stop che si attivano ma che si spengono una volta che l’auto si ferma, in seconda corsia, col motore spento. Erano rimaste infatti solo le luci di posizione accese, quando invece la conducente avrebbe dovuto attivare le luci intermitte­nti di pericolo. Di qui il disperato tentativo della conducente di liberare il ragazzo: i filmati mostrano la giovane che scende lasciando la porta aperta e corre sul lato destro per aiutare il fidanzato ferito. Ma è tutto inutile: la porta è bloccata e quindi la ragazza torna sulla corsia di emergenza. Due minuti dopo – durante i quali passano 18 veicoli – la studentess­a si avvicina di nuovo all’auto per far scendere il fidanzato, che poco dopo viene travolto dal suv.

Una tragedia che, ora si scopre, potrebbe avere anche altre responsabi­lità. Per il consulente la barriera di protezione del tombotto, oltre a bloccare la porta al passeggero, «ha contribuit­o alla dinamica del sinistro danneggian­do la ruota anteriore destra dell’auto e impedendo ogni ulteriore manovra dopo il primo urto». Detto che il tubo, trascinato dall’auto rimbalzata verso il centro della carreggiat­a, si era piegato. E «non si può escludere – scrive ancora il consulente sulla sbarra penetrata nell’auto – che tale azione possa aver costituito una causa anche soltanto indiretta del ferimento di Andriolett­i». Quanto poi al manufatto scrive: «Presenta elementi di evidente pericolosi­tà e sarebbe stato opportuno un intervento di adeguament­o e migliorame­nto delle prestazion­i di sicurezza».

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Vittima Nicholas Andriolett­i, 19 anni, di Vicenza è morto un anno fa in un incidente a Montebello Vicentino

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