Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Picchiò il vigile alla fermata del bus l’aggressore va verso il processo
Udienza fissata in novembre. Intanto per l’agente continuano gli interventi chirurgici
BASSANO Si avvicina il processo per Wael Bouralha, il 19enne italoalgerino che l’11 marzo dell’anno scorso ha aggredito l’agente di polizia locale Claudio Fabbro, sferrandogli un pugno che gli ha provocato lo scoppio del bulbo oculare e il danneggiamento della retina, a cui sono seguiti e seguiranno ancora delicati interventi e terapie.
Il sostituto procuratore Hans Roderich Blattner, chiuse le indagini, ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per il giovane, ancora sottoposto alla misura (provvisoria) della libertà vigilata, anche per obbligarlo a sottoporsi con continuità ai trattamenti al centro di salute mentale dell’Usl bassanese.
L’udienza preliminare davanti al giudice è già stata fissata per novembre ma visto l’esito della perizia psichiatrica sul 19enne difeso dall’avvocato Rosanna Pasqualini, l’esito del procedimento sembra scontato. Sì perché per lo specialista Diego Arsiè, nominato dal giudice, l’aggressore quel pomeriggio era totalmente infermo di mente, per lo più non è in grado di stare in giudizio. Considerando quindi lo stato in cui versava quel giorno e la non imputabilità, c’è da presumere che si arriverà ad una probabile assoluzione al termine del processo, in cui anche il Comune di Bassano aveva annunciato di volersi costituire parte civile.
Ma è anche vero che Bouralha, stando alla perizia, è una persona socialmente pericolosa e questo potrebbe portare il giudice ad imporgli una misura di sicurezza, non più provvisoria.
A fine dicembre, scaduti per il 19enne i termini per gli arresti domiciliari, era stato il sostituto procuratore Blattner a chiedere ed ottenere per lui la libertà vigilata, per fare in modo che seguisse con costanza le cure.
Quell’11 marzo l’italoalgerino era fuori di sé: aveva prima seminato il panico tra i passeggeri di un autobus fermo in via Chilesotti, poi si era accanito contro l’agente di polizia locale di passaggio alla stazione che non aveva esitato nemmeno un momento ad intervenire dopo che, attraverso le porte aperte del mezzo, aveva notato il giovane minacciare l’autista tra sputi ed insulti. Arrabbiato – è la sua versione - perché il giorno prima l’autista avrebbe mancato la fermata. «Ti spaccherei la faccia» aveva urlato il 19enne contro il conducente, minaccioso, prima di essere «disturbato» da Fabbro, che, pur fuori servizio, è intervenuto per tentare di riportarlo alla ragione. Ma questo gli si è accanito contro: gli ha infilato un dritto nell’occhio e poi, non contento, ha infierito su di lui anche una volta fuori dal mezzo. Violento, ingestibile, Bouralha aveva reagito in seguito con botte e insulti pure agli agenti del commissariato che a fatica erano riusciti a bloccarlo, trasferirlo al reparto di psichiatria e arrestarlo.
Un episodio, questo, che gli è costato le accuse di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, minacce e lesioni gravi (visto che ha compromesso la vista ad un occhio di Fabbro). Fatti che avevano fatto tanto clamore in città e per i quali il coraggioso Claudio Fabbro ha ricevuto un encomio in Consiglio dal sindaco Riccardo Poletto e dall’assessore alla sicurezza Angelo Vernillo.
A gennaio poi è stato insignito del «Premio caschetto d’oro» durante la celebrazione comunitaria delle polizie locali del Triveneto.