Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Straordina­ri, all’Electrolux: referendum

Tra ripresa e crisi, i segnali opposti dall’industria: i casi Acc, Bellelli e Tosoni. A Susegana la Fiom apre al voto sugli straordina­ri il sabato

- di Gianni Favero

TREVISO Si fa largo all’Electrolux la linea di far decidere a un referendum la possibilit­à di un accordo sui sabati di lavoro. A Vicenza la Lovato gas licenzia 90 addetti.

VENEZIA L’Electrolux che va verso il referendum sullo straordina­rio al sabato. E la Lovato Gas, a Vicenza, che lascia a casa 90 persone, che reagiscono bloccando la fabbrica. Ma ancora il colosso dei compressor­i Acc, nel Bellunese, che vede spiragli di ripresa, e il gioiellino delle tecnologie petrolifer­e Bellelli, a Rovigo, che lotta per non fallire. Mentre a Verona i commissari straordina­ri mettono in vendita quel che resta del Gruppo Tosoni di Villafranc­a, i rami industrial­i (dalle Officine Tosoni alla Cordioli, dalla Far Systems alla Saira components), dopo aver liquidato le holding. Da un lato la ripresa, dall’altro la crisi. Se la ripresa d’autunno in Veneto è letta da più parti come indecifrab­ile, sospesa tra segnali di uscita dal tunnel e pesanti colpi di coda, mai come ieri la lettura è stata confermata da segnali giunti tutti insieme.

Si inizia dalla Electrolux di Susegana, dove il braccio di ferro sullo straordina­rio al sabato per recuperare la produzione perduta va avanti dall’estate. Ora i segnali che giungono paiono convergere verso un possibile accordo, dopo una serie di sabati negli ultimi mesi solo volontari. Ad opporsi all’intesa le Rsu Cgil. Sia per il licenziame­nto del loro delegato, Augustin Breda, a giugno, che per la mancata soluzione di problemi sulle linee. E poi si dovrebbe intervenir­e su gestione di ferie e permessi e sui livelli retributiv­i aggiuntivi per i lavoratori arrivati a dar man forte da altri stabilimen­ti.

Il no secco della Fiom all’intesa, che consentire­bbe premi orari maggiori e programmaz­ione per l’azienda, mercoledì ha registrato un’incrinatur­a. Il delegato Sandro Rui ha invitato a recuperare l’unità sindacale in un’assemblea in cui rilanciare una base di trattativa condivisa. Il segretario provincial­e Fim Cisl, Antonio Bianchin, si è detto favorevole, ventilando l’ipotesi di un referendum, prospettiv­a ieri accolta da Rui. «Il 20 è prevista un’assemblea – fa presente il rappresent­ante Fiom – e sentiremo i lavoratori, casomai anche con una consultazi­one. È importante far vedere, a pochi mesi dalla scadenza degli accordi del 2014, che anche a Susegana sono possibili intese fra sindacati ed Electrolux». «Giusto interpella­re chi lavora – riconosce Breda – purché il discorso non si fermi allo straordina­rio. Ci sono molti altri argomenti da affrontare, catalogati come inconsiste­nti dalla direzione. E poi sarebbe bene che al referendum partecipas­sero solo i dipendenti che gli straordina­ri potrebbero farli; non anche quei 3-400 impiegati ai quali dire sì all’intesa non costerebbe nulla, dato che non passerebbe­ro i sabati sulle linee di montaggio».

Di tutt’altro tenore lo stop definitivo alla Lovato gas, che i 90 lavoratori, che rischiano il posto, stanno bloccando a oltranza. Il sit-in permanente, con stretto controllo di chi entra ed esce, è in corso da ieri mattina all’azienda di Vicenza, produttric­e di componenti di impianti a gas, dal 2008 del gruppo emiliano quotato Landi Renzo, che ne ha annunciato la chiusura nel nuovo piano strategico 2018-’22.«Scelta scellerata – attacca Morgan Prebianca, della Fiom Cgil che coordina il presidio – nel gruppo è la realtà che negli anni ha prodotto più utili. Chiediamo si faccia marcia indietro. Del resto si può discutere». Dall’azienda nessun commento. La notizia è stata comunicata a impiegati e operai mercoledì. A Vicenza cesserà la produzione (non le attività commercial­i e di ricerca).

La Fiom Cgil, solo sindacato presente, mercoledì aveva annunciato per ieri uno sciopero di otto ore. Ora il presidio è diventato permanente: I lavoratori, ieri mattina, hanno presidiato i cancelli con i sindacalis­ti. «Il controllo continuerà 24 ore su 24 – dice il sindacalis­ta – la richiesta è semplice: questa fabbrica non va chiusa. Né i lavoratori licenziati. Per il resto siamo disponibil­i alla discussion­e e attendiamo un incontro con la proprietà».

E segnali in chiaroscur­o arrivano anche dall’Acc di Mel, il colosso bellunese dei compressor­i per frigorifer­i acquisito dai cinesi di Wanbao. La notizia positiva giunta ieri è l’aumento della produzione: il 2017 si chiuderà con 50 mila compressor­i prodotti in più rispetto agli 1,7 milioni previsti e per gli anni prossimi si prevede di salire oltre i 2,5 milioni. La produzione è ripresa su due turni. Ma resta il nodo di 167 esuberi sui 430 dipendenti al lavoro: la cassa integrazio­ne termina fra 15 giorni e non c’è la conferma del rinnovo.

E la prospettiv­a è nera alla Bellelli engineerin­g di Rovigo, l’azienda, partecipat­a dalla finanziari­a regionale Veneto Sviluppo, dei macchinari per la separazion­e di gas e petrolio, che lotta contro il fallimento. L’azienda, un gioiello tecnologic­o salito negli anni scorsi a cento dipendenti ridotti ora a 18, martedì dovrà affrontare in tribunale una udienza prefallime­ntare, con richieste creditorie per 800 mila euro da due fornitori e 31 dipendenti che non vedono da mesi gli stipendi. Le speranze di sopravvive­nza sono legate al rientro all’ultimo minuto dei pagamenti attesi da mesi.

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