Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Straordinari, all’Electrolux: referendum
Tra ripresa e crisi, i segnali opposti dall’industria: i casi Acc, Bellelli e Tosoni. A Susegana la Fiom apre al voto sugli straordinari il sabato
TREVISO Si fa largo all’Electrolux la linea di far decidere a un referendum la possibilità di un accordo sui sabati di lavoro. A Vicenza la Lovato gas licenzia 90 addetti.
VENEZIA L’Electrolux che va verso il referendum sullo straordinario al sabato. E la Lovato Gas, a Vicenza, che lascia a casa 90 persone, che reagiscono bloccando la fabbrica. Ma ancora il colosso dei compressori Acc, nel Bellunese, che vede spiragli di ripresa, e il gioiellino delle tecnologie petrolifere Bellelli, a Rovigo, che lotta per non fallire. Mentre a Verona i commissari straordinari mettono in vendita quel che resta del Gruppo Tosoni di Villafranca, i rami industriali (dalle Officine Tosoni alla Cordioli, dalla Far Systems alla Saira components), dopo aver liquidato le holding. Da un lato la ripresa, dall’altro la crisi. Se la ripresa d’autunno in Veneto è letta da più parti come indecifrabile, sospesa tra segnali di uscita dal tunnel e pesanti colpi di coda, mai come ieri la lettura è stata confermata da segnali giunti tutti insieme.
Si inizia dalla Electrolux di Susegana, dove il braccio di ferro sullo straordinario al sabato per recuperare la produzione perduta va avanti dall’estate. Ora i segnali che giungono paiono convergere verso un possibile accordo, dopo una serie di sabati negli ultimi mesi solo volontari. Ad opporsi all’intesa le Rsu Cgil. Sia per il licenziamento del loro delegato, Augustin Breda, a giugno, che per la mancata soluzione di problemi sulle linee. E poi si dovrebbe intervenire su gestione di ferie e permessi e sui livelli retributivi aggiuntivi per i lavoratori arrivati a dar man forte da altri stabilimenti.
Il no secco della Fiom all’intesa, che consentirebbe premi orari maggiori e programmazione per l’azienda, mercoledì ha registrato un’incrinatura. Il delegato Sandro Rui ha invitato a recuperare l’unità sindacale in un’assemblea in cui rilanciare una base di trattativa condivisa. Il segretario provinciale Fim Cisl, Antonio Bianchin, si è detto favorevole, ventilando l’ipotesi di un referendum, prospettiva ieri accolta da Rui. «Il 20 è prevista un’assemblea – fa presente il rappresentante Fiom – e sentiremo i lavoratori, casomai anche con una consultazione. È importante far vedere, a pochi mesi dalla scadenza degli accordi del 2014, che anche a Susegana sono possibili intese fra sindacati ed Electrolux». «Giusto interpellare chi lavora – riconosce Breda – purché il discorso non si fermi allo straordinario. Ci sono molti altri argomenti da affrontare, catalogati come inconsistenti dalla direzione. E poi sarebbe bene che al referendum partecipassero solo i dipendenti che gli straordinari potrebbero farli; non anche quei 3-400 impiegati ai quali dire sì all’intesa non costerebbe nulla, dato che non passerebbero i sabati sulle linee di montaggio».
Di tutt’altro tenore lo stop definitivo alla Lovato gas, che i 90 lavoratori, che rischiano il posto, stanno bloccando a oltranza. Il sit-in permanente, con stretto controllo di chi entra ed esce, è in corso da ieri mattina all’azienda di Vicenza, produttrice di componenti di impianti a gas, dal 2008 del gruppo emiliano quotato Landi Renzo, che ne ha annunciato la chiusura nel nuovo piano strategico 2018-’22.«Scelta scellerata – attacca Morgan Prebianca, della Fiom Cgil che coordina il presidio – nel gruppo è la realtà che negli anni ha prodotto più utili. Chiediamo si faccia marcia indietro. Del resto si può discutere». Dall’azienda nessun commento. La notizia è stata comunicata a impiegati e operai mercoledì. A Vicenza cesserà la produzione (non le attività commerciali e di ricerca).
La Fiom Cgil, solo sindacato presente, mercoledì aveva annunciato per ieri uno sciopero di otto ore. Ora il presidio è diventato permanente: I lavoratori, ieri mattina, hanno presidiato i cancelli con i sindacalisti. «Il controllo continuerà 24 ore su 24 – dice il sindacalista – la richiesta è semplice: questa fabbrica non va chiusa. Né i lavoratori licenziati. Per il resto siamo disponibili alla discussione e attendiamo un incontro con la proprietà».
E segnali in chiaroscuro arrivano anche dall’Acc di Mel, il colosso bellunese dei compressori per frigoriferi acquisito dai cinesi di Wanbao. La notizia positiva giunta ieri è l’aumento della produzione: il 2017 si chiuderà con 50 mila compressori prodotti in più rispetto agli 1,7 milioni previsti e per gli anni prossimi si prevede di salire oltre i 2,5 milioni. La produzione è ripresa su due turni. Ma resta il nodo di 167 esuberi sui 430 dipendenti al lavoro: la cassa integrazione termina fra 15 giorni e non c’è la conferma del rinnovo.
E la prospettiva è nera alla Bellelli engineering di Rovigo, l’azienda, partecipata dalla finanziaria regionale Veneto Sviluppo, dei macchinari per la separazione di gas e petrolio, che lotta contro il fallimento. L’azienda, un gioiello tecnologico salito negli anni scorsi a cento dipendenti ridotti ora a 18, martedì dovrà affrontare in tribunale una udienza prefallimentare, con richieste creditorie per 800 mila euro da due fornitori e 31 dipendenti che non vedono da mesi gli stipendi. Le speranze di sopravvivenza sono legate al rientro all’ultimo minuto dei pagamenti attesi da mesi.