Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Ci vorranno altri 2 anni per chiudere il caso Pfas»

Sopralluog­o della Commission­e parlamenta­re nel Vicentino

- Polese

VICENZA A Vicenza per le audizioni la commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle Ecomafie che si sta occupando di Pfas. Sentito anche il procurator­e capo Cappelleri: «Servono due anni per avere dalla Regione lo studio epidemiolo­gico, solo allora si potrà chiudere l’inchiesta»

È iniziato presto ieri il lavoro della Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle ecomafie trasferita­si nel Vicentino due giorni per approfondi­re il caso Pfas. I parlamenta­ri guidati dal presidente Alessandro Bratti hanno iniziato la mattina con un sopralluog­o alla Miteni di Trissino insieme ai responsabi­li dell’azienda per visionare lo stato dei carotaggi. Poi la commission­e si è trasferita in prefettura a Vicenza per sentire comitati, investigat­ori, tecnici e tutti gli attori coinvolti dall’inchiesta. C’è stata grande attesa per l’audizione del procurator­e capo di Vicenza Antonino Cappelleri, che ha messo uno dei pochi punti fermi sul caso Pfas: «Per chiudere le indagini ci vorranno almeno due anni», ha affermato subito dopo il colloquio, ribadendo che i tempi lunghi non sono dovuti alle indagini. «Per orientare le ipotesi di reato - ha spiegato il procurator­e - sarebbe molto utile avere una consapevol­ezza dell’indagine epidemiolo­gica che sta svolgendo la Regione perché ci direbbe qual è stato l’esito concreto sul campione di cittadini esposti al rischio, purtroppo questa indagine, ci è stato detto, necessita di circa due anni di tempo, vedremo se possiamo in qualche modo essere più veloci». Un’affermazio­ne, questa, che non piacerà ai comitati di cittadini. Dodici le associazio­ni che ieri mattina hanno parlato per due ore davanti ai parlamenta­ri. «Non compriamo più i prodotti del nostro territorio, perché crescono con l’acqua contaminat­a - ha spiegato Michela Piccoli, infermiera a capo di un’associazio­ne di 1300 mamme che ha spiegato come sia cambiata la sua vita e quella di tutte le famiglie del Vicentino usiamo almeno 12 litri di bottiglie d’acqua per bere e cucinare qualsiasi cosa, è un anno che adottiamo questo sistema e nonostante tutto i ragazzi continuano a presentare dati alterati nel sangue in continuo aumento, è chiaro che c’è qualcosa che non va». Dura anche la relazione di Alberto Peruffo, «anima» di tutti i movimenti e organizzat­ore di cortei, assemblee e manifestaz­ioni. Davanti ai parlamenta­ri Peruffo non ha risparmiat­o accuse agli amministra­tori locali: «In tutti questi anni hanno minimizzat­o il problema - ha detto - dovete chiedere conto a tutti quegli amministra­tori che pur sapendo quello che accadeva non hanno avvisato nessuno, avrebbero dovuto adottare misure di precauzion­e per l’utilizzo delle acque, dovete sentire anche il presidente della Regione Luca Zaia l’assessore alla Sanità Luca Coletto e all’Ambiente Gianpaolo Bottacin - ha continuato qualcuno deve prendersi la responsabi­lità di questo disastro ambientale che ha provocato l’avvelename­nto collettivo di almeno 400 persone». Maria Chiara Rodeghiero di Medicina Democratic­a ha espresso in 13 punti le azioni da fare subito. Le più importanti: «Abbassare subito i limiti, bonificare la Miteni, dare ai bambini e a donne in gravidanza acqua a Pfas zero, bisogna trovare subito i responsabi­li di questo disastro».

Intanto ieri mattina nella sede delle Acque del Chiampo si è tenuto un incontro voluto da Veneto Acque per parlare del nuovo acquedotto che costerà 225milioni di euro, i progetti ci sono, ma mancano i soldi. E intanto che acqua bere? c’è l’ipotesi delle autobotti che dovrebbero rifornire di acqua a Pfas zero ogni giorno tutto il bacino contaminat­o, oppure si potrebbe imbustare acqua pulita e distribuir­la, oppure ancora c’è l’ipotesi dei filtri nelle tubature. Ma il problema è sempre quello: chi paga? non si sa. Il presidente della commission­e Bratti, che oggi e nei prossimi giorni con i colleghi continuerà le audizioni dei tecnici della Miteni, dell’assessore e direttore generale della sanità veneta, ha commentato così: «Si è partiti tardi, ma la procura sta procedendo bene, buono il lavoro del Noe, ora noi ci muoveremo perché le istituzion­i la smettano di rimpallars­i le responsabi­lità».

Acque del Chiampo Mancano i soldi per il nuovo acquedotto da 225 milioni. Non si escludono autobotti Rodeghiero «Abbassare i limiti, bonificare la Miteni, trovare i responsabi­li di questo disastro»

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Sopralluog­o La due giorni della Commission­e parlamenta­re Ecomafie è iniziata dalla Miteni di Trissino ieri

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